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Per boschi e masserie di Noci,

sulle tracce dei briganti Scarola e Vardarelli

A cura dei Annachiara Intini, Pasquale Gentile

foto: Antonio Licciulli

 

 

 

 

.Premessa

di Anna Chiara

Noci è la mia  terra natia, bella e generosa nel regalare a chi la guarda  tutti i colori del verde dai contorni segnati, come fossero magistrali linee geometriche, dagli infiniti muretti a secco che percorrono la campagna fatta di dolci pendii e macchia mediterranea, boschi di leccio e roverella, secolari masserie.

Soprattutto le masserie sono il filo conduttore di questo giro. Non potremo visitarle tutte, qualcuna potremo solo ammirarla mentre ci passiamo davanti, in una ci fermeremo più a lungo. E’ la masseria “Le monache”, la prescelta per una sosta. Qui, il mio miglior cognato (non fosse altro perché è l’unico che ho), noto conoscitore della storia di Noci, dott. Pasquale Gentile, ci racconterà la storia  di questo percorso dei briganti che ha dato il nome alla ciclopasseggiata.

Il giro terminerà in orario tale da permettere al gruppo di Bari di prendere il treno di rientro a Gioia del Colle( orario probabile:18.45 da Gioia del Colle).

  

.Il territorio nocese

Il territorio nocese, molto vasto (si estende per ben 14.882 ettari), è alquanto ondulato con un’altitudine che varia tra i 350 e i 470 metri sul livello del mare. E’ubicato all’interno del comprensorio della Murgia dei Trulli, contrassegnata da tipiche case costruite a secco dal tetto conico coperto da chiancarelle. Il patrimonio naturale si presenta alquanto complesso per via della variabilità degli elementi morfologici e strutturali dell’ambiente.

Sono presenti estesi boschi, terreni da pascolo ed arborati, zone rocciose e a macchia mediterranea. La vegetazione è composta da grandi varietà di piante che, a seconda della stagione, danno all’ambiente colori e profumi diversi.

Foto: Masseria Monache spendido complesso di trulli e costruzioni a Pignon

  

.Le masserie

Una salutare passeggiata per il territorio di Noci porta a rivivere secoli di storia.

La trasformazione del territorio nocese è legata alla nascita e allo sviluppo delle masserie che testimoniano il processo di antropizzazione verificatosi nel corso dei secoli.

Le prime masserie nascono come trulli e casedde d’appoggio, in quanto i contadini, abitando nelle campagne, usano queste abitazioni come deposito di utensili lavorativi o per ripararsi in caso di pioggia.

Questi primi abitacoli si trasformano in pagliai e stalle quando, nel Settecento, sorge il bisogno di vivere in campagna per evitare di raggiungere ogni giorno il centro abitato distante, a volte, ore ed ore di cammino. Si hanno, così, i primi complessi masserizi che prevedono anche la dimora per i ‘ualani e i lavoratori dipendenti e la cappella per la celebrazione della messa domenicale.

Caratteristiche strutturali delle masserie sono gli jazzi, le corti, le cortaglie (recinti in pietra a secco per la custodia degli animali), i parieti (muretti di pietra a secco poliuso), le fogge per la raccolta dell’acqua e i tratturi per la viabilità interpoderale.

Nel tempo, i contadini diventano massari proprietari, ovvero possidenti e, quindi, galantuomini che, veri signori terrieri, costituiscono, nell’Ottocento, la ricca borghesia agraria.

Le masserie si suddividono in tre tipi a seconda delle funzioni produttive:

1)        Masseria da campo;

2)        Masseria da pecora;

3)        Masserie per le colture arboree ed arbustive

Dal punto di vista architettonico è possibile distinguere le masserie grazie ai modelli cui rapportarle: Masseria a Torre; Masseria a pignon, ovvero casedde con tetti a capanna rivestiti con chiancarelle.

Certamente non si incontra più la masseria di campo e di porci di proprietà del Conte di Conversano, già esistente nel 1372, in località Furno, ma tante altre meritano di essere visitate.

Interessanti masserie da pecora risalenti al 1500 sono quelle dette Mandra dei Monaci, I Monti (de Bellis) e Scozia vecchia. Ben conservate si presentano le masserie a trullo denominate Scarcioppola, Raschizzo, Mulini, Purgatorio, Lo scorso, Casa le gatte. Numerose quelle a pignon, ovvero casedde con tetti a capanna rivestiti con chiancarelle (sottili lastre di pietra locale) sorte tra ‘500 e ‘700: Giannevolta, Mastro Marco, Monache, Murgia Zappullo, Monitilli, Cassanello, Casaboli, Barsento, Bonelli (quest’ultima, acquistata nel 1628 dal Conte di Conversano dalla famiglia de Tintis, compendia nella sua storia le pagine più interessanti della locale questione demaniale). Della stessa struttura base, ma successivamente ampliate ed abbellite sono le masserie settecentesche San Giacomo, L’aglio, Giordano. Esempi di masseria a torre sono Palazzi e Torricella. Ville-masserie di fine Settecento sono Sarmenzano, Don Marcellino, Morea, Sorresso, Murgia Albanese, Madonna della Scala. Di costruzione ottocentesca sono Scorzone, Scozia Nuova, Montone, Marzolla, il Monte.

 

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Il percorso dei briganti

Parte della cicloscampagnata segue le scorrerie dei noti briganti Scarola e Vardarelli i quali, tra il 1810 ed il 1817, giungono negli immensi boschi nocesi provenendo dai loro abituali territori d’azione, la fascia calabro-salernitana per il primo, il Molise per il secondo.

Ambedue le bande, incredibilmente, a distanza di sette anni l’una dall’altra, prendono in ostaggio un noto personaggio nocese, proprietario di una masseria ai confini con il territorio di Mottola, che ricopre la carica di giudice di pace.

Il brigante Scarola, con la sua compagnia, semina terrore, ruba, azzoppa gli animali, mentre il Vardarelli sequestra e rilascia lo sfortunato giudice nonostante che la moglie non riesca a soddisfare il biglietto di riscatto, recatogli in paese da un pastore-corriere.

L’affascinante vicenda, ricca di colpi di scena, di scontri con i soldati legionari, di appostamenti, d’inseguimenti, di costruzione di linee di difesa, di arruolamento di volontari. , è stata ricostruita da Pasquale Gentile per la rivista Riflessioni Umanesimo della Pietra diretta da Nico Blasi. Le masserie interessate sono Angiulli, Monache, De Tintis, Bonelli, Sorresso, Scozia vecchia, Murgia, Pentima, Madonna della Scala.

Foto: Bella veduta di Masseria Scarcioppola

 

 

«Mi chiederai come ha fatto questa gente a scavare ed allineare tanta pietra. Io penso che la cosa avrebbe spaventato un popolo di giganti. Questa è la Murgia più aspra e più sassosa; per ridurla a coltivazione facendo le terrazze (…) non ci voleva meno della laboriosità di un popolo di formiche».

Tommaso Fiore, Un popolo di formiche

 

Scheda percorso del 15 Aprile 2006

Benedettini e giacobini nella Murgia dei Trulli

Cicloamici e Ruotalibera Bari si ridanno appuntamento per un percorso intorno a Noci, con la guida dello storico Pasquale Gentile

www.cicloamici.it/noci.htm

Una cicloescursione lunga quasi un millennio, un affascinante percorso storico che si snoda, da un versante all’altro del vasto territorio nocese, tra boschi e masserie, tutto da… pedalare alla fresca e salubre aria collinare. Dal tempo dei normanni alla sfortunata sortita giacobina del 1799. Visiteremo Chiesa di Barsento dell’XI secolo, dipendenza dell’abbazia benedettina di Banzi, in Basilicata. Quindi raggiungeremo Masseria “Scozia vecchia”, punto di raduno dei realisti del circondario per dare l’assalto al paese provvisoriamente in mano ai locali giacobini.

Raduno ore 9.45  in Piazza Garibaldi - NOCI

Partenza ore 10.00 ( Puntuali!!!! Non come l’anno scorso che siamo partiti alle 11!!)

Iscrizioni :Il costo dell’iscrizione è di € 2,00 per le spese assicurative..it.

Lunghezza del percorso in bicicletta: 50 KM per chi parte da Noci, 80 km. per chi parte da Gioia del Colle. Difficoltà: media

Capogita e guida: Anna Intini 3395860740, annachiaraintini@libero.it  con la collaborazione di Roccaldo Tinelli, che accompagnerà, da Gioia del Colle a Noci,  il gruppo di Ruotalibera Bari partenza daBari con il treno delle 8.11.

 

 

Scheda percorso

Percorso il 2 luglio 2006

Raduno ore 10.00 Piazza Garibaldi- NOCI

Lunghezza del percorso in bicicletta: 50 KM per chi parte da Noci, 80 km. per chi parte da Gioia del Colle.

Difficoltà: media

·    Raccomandazioni: E’ obbligatorio partecipare con biciclette in buona condizione, dotate di cambio e freni efficienti. Controllate la vostra bici in anticipo, munitevi di almeno una camera d’aria di riserva e del necessario per le riparazioni d’urgenza. Ognuno per sé e la capogita per tutte/i. E’ consigliabile munirsi di mantellina per la pioggia e di un cambio di riserva.

·    Ricordate che il buon senso impone l’uso del casco e che il viaggiare in bici non ci esime dal rispetto dello codice della strada.

·    L’associazione non si assume alcuna responsabilità per incidenti e danni a persone o cose che dovessero verificarsi nel corso della giornata. L’iscrizione costituisce autodenuncia di buone condizioni fisiche e mentali.

ISCRIZIONI  Si effettuano telefonando al numero 0831542707 o 3395860740 o mandando una mail al seguente indirizzo: annachiaraintini@libero.it, oppure, per le amiche e gli amici di Ruotalibera, contattando Antonio Rotolo.

Costo dell’escursione,  comprensivo  dell’assicurazione: euro 2.

Foto: Foto di gruppo davanti alla chiesetta del XVIII secolo di masseria Murgia Albanese. La masseria fu fatta costruire dal canonico G.B. Albanese, antenato di Giuseppe Albanese. Masseria e famiglia Albanese subirono un triste declino dopo che Giuseppe Albanese venne ucciso durante la repressione della rivoluzione napoletana nel 1799.

 

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I capigita

Anna Intini con la collaborazione di Antonio Rotolo che accompagnerà, da Gioia del Colle a Noci, il gruppo in partenza da Bari alle ore 8.11.

 

Foto: Pasquale Gentile illustra all'ombra dei trulli di masseria scarcioppola, la storia di Noci e le peculiarità del suo paesaggio agrario.

 

Giuseppe Albanese,

I cicloamici incontrano la storia di un martire giacobino Nocese protagonista della rivoluzione napoletana

sunto della biografia riportata in www.repubblicanapoletana.it 

Giuseppe Albanese nato a Noci il 30 giugno 1759,  rimasto orfano di entrambi i genitori a  undici anni, viene inviato a studiare presso il Seminario arcivescovile di Napoli. Diventa Guardia del Corpo di Sua Maestà,  ha modo di frequentare gli ambienti scientifici e letterari, attratto dal pensiero riformatore aderisce alla massoneria, nel salotto della sua casa si ritrovano  i maggiori intellettuali napoletani per discutere di riforme, di diritto  e di politica.

Foto: I ciclogiacobini rendono omaggio a Giuseppe Albansese, nocese, martire della rivoluzione napoletana del 1799. Anna capagita seconda seduta da destra (a destra? .. fenomeno strano)

 

Nel 1795 sposa Maddalena Vestini, appartenente ad una nobile famiglia di intellettuali e giacobini napoletani. Individuato come oppositore alla monarchia, viene posto in carcere fino al 1797. Nel 1798, quando Ferdinando IV dichiara guerra alla Francia e invade lo stato della Repubblica Romana egli è tra i dirigenti del gruppo repubblicano clandestino del Comitato Centrale con funzioni di grosse responsabilità organizzative.

La proclamazione della Repubblica Napoletana lo vede assurgere alle principali cariche e Championnet lo chiama tra i 25 membri del Governo Provvisorio del 24 gennaio del 1799. Sua è l’iniziativa dell’ abolizione della legge dei fedecommessi .

Nell’ Aprile, in seguito al rimpasto voluto dall’ Abrial, è tra i cinque della Commissione esecutiva e fa parte anche dell’ Istituto Nazionale delle arti e delle scienze. Alla caduta della Repubblica lo troviamo tra i capitolati di Castelnuovo ed imbarcato insieme ad altri repubblicani per Tolone; ma purtroppo la capitolazione non viene rispettata, ed egli, quale presidente della Repubblica Napoletana, manda una lettera di protesta al Cardinale Ruffo denunciando il tradimento dei patti.

Il tradimento è totale: il 4 agosto viene portato in Castelnuovo, nella fossa del coccodrillo, insieme a Pagano, Cirillo, Logoteta e Baffi. La giunta di Stato lo manda a morte, Ferdinando IV conferma la condanna, e il 28 novembre viene impiccato in Piazza Mercato. Il suo corpo viene seppellito nella Chiesa di S.Eligio.