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 Salento Ciclo Forum

 

 

 

Le proposte FIAB Puglia

  • Subito rendere "Zona 30" vie e viali interessati ai movimenti studenteschi così come sono zone 30 molte aree interne al centro storico. E' sufficiente chiedere ai vigili quanti incidenti avvengono nei pressi di questi istituti per comprendere il motivo di questa richiesta.

  • Realizzare piste ciclabili che colleghino in sicurezza le sedi universitarie periferiche. Qualche coraggioso studente e docente ha provato a raggiungere ecotekne in bici. La pericolosità del traffico ha causato a taluni brutti incidenti, ad altri grandi spaventi.

  • Sui grandi viali (Viale Gallipoli, Viale dell'Università, Viale Francesco Lo Re) e sulle strade in cui il marciapiedi è più largo di 4 metri realizzare piste ciclabili affiancate alle piste pedonali.

  • Facilitare l'uso della bici collocando rastrelliere e segnaletica dedicata. Realizzare attraversamenti sicuri dedicati a ciclisti e pedoni, semafori per ciclisti ...

  • Incentivare l'uso della bici con servizi di noleggio, sistemi intermodalità bici/treno, bici/auto. si confronti ad esempio il servizio di scambio offerto dal Comune di Ferrara:

  • Costruire e segnalare le "Vie Verdi" sicuri itinerari in bicicletta che consentano a famiglie di ciclisti leccesi di raggiungere interessanti mete fuori porta su sicuri percorsi urbani ed extraurbani.

  • Avviare una campagna di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza sui temi della moblità sostenibile e del trasporto sicuro in bici.

Una città a forma di bicicletta

Elaborato di Enrico Melissano

Immaginiamo Lecce suddivisa come una ruota di bicicletta. Il cerchione e il mozzo sono le circonvallazioni, ed i raggi sono le direttrici. La sede dell'Università a Ecotekne potrebbe essere il mozzo che trasmette il moto alla città attraverso la catena/pista ciclabile Stazione-Ecotekne

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Schema: Lecce a forma di bicicletta, fare click sull'immagine per ingrandire (ideato da Entrico Melissano)

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Questa è una piantina grossolana ma strutturata nel senso che dovrebbero essere tutte vie e viali facilmente utilizzabili per “piste ciclabili” da definire più in dettaglio se con fasce orizzontali gialle sul piano stradale oppure ricavate all’interno dei marciapiedi già esistenti.

Tutto da verificare con i sopralluoghi

Le piste ciclabili si possono ricavare su alcune strade anche costruendo sistemi a sensi unici, riducendo le strade ad una sola corsia e, salvaguardando il parcheggio esistente, utilizzare la corsia soppressa per ciclisti e pedoni.

Da subito sostituzione del parcheggio bici davanti alla stazione (poche le auto che adesso riescono a sostare avendo già realizzato un bel parcheggio “realmente custodito”) quindi una recinzione per un parcheggio per bici. ( eventuale custode vista la delinquenza locale)

Facilitare l'uso della bici collocando rastrelliere questo mi sembra un ottimo progetto per rastrelliere meno ingombranti viste le scarse dimensioni delle ns strade del centro storico

e molto pratiche,inoltre con questo tipo si puo fissare sia il telaio che la ruota con un unico lucchetto

campagna di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza sui temi del trasporto sicuro in bici proporre una specie di pubblicità progresso con una foto del posteriore bici di Paola Bruno “ brucia il Grasso non la benzina ! ” J

Mi sembra un ottimo slogan.

 La realizzazione di sensi unici in molte strade questa limitazione riguarda anche le biciclette che molto spesso sono costrette a fare percorsi di aggiramento piuttosto lunghi.
E' stato sperimentato con successo in molte città l'inserimento di corsie ciclabili contromano in sensi unici con il preciso intento di rendere rettilinei ed appetibili percorsi ciclabili. La corsia ciclabile contromano realizzata con la sola riga gialla risulta comunque particolarmente sicura in quanto il ciclista e l'automobilista si vedono reciprocamente e riescono a prevedere l'uno le manovre dell'altro.

Quando la forma, l'estensione ed il grado di affollamento lo consentono, le zone 30 si prestano bene alla copresenza di ciclisti e pedoni. In alcuni casi, comunque, si rende necessaria una precisa delimitazione del flusso ciclistico evidenziando sulla pavimentazione corsie ed eventuali divieti.
Poichè certe zone pedonali sono usate più intensamente nella tarda mattinata o nel tardo pomerigio, è anche possibile predisporre una limitazione oraria dell'accessibilità ciclabile.

La striscia in bordo strada è una soluzione economica e semplice, consigliata in ambiti urbani densi, ma ordinati, nei quali le auto viaggiano comunque a bassa velocità. Viene utilizzata talvolta per dare continuità alla rete ove non siano possibili soluzioni migliori. E' usata comunemente nelle corsie in contromano.

Idee per interventi sulla ciclomobilità (Massimo DI Giulio)

- Viale Trinchese: transito consentito

- Centro storico: transito consentito in tutta la ZTL

- installazione di numerose rastrelliere per bici presso tutti gli uffici (pubblici e privati), le scuole, la stazione, i cinema, i supermercati, le banche ecc., in posizione comoda e visibile. Possibilmente rastrelliere coperte alla stazione a alle scuole (dove il tempo di sosta è presumibilmente di alcune ore)

- via Vittorio Emanuele II: delimitare con vernice una fascia centrale per le biciclette, attualmente impossibilitate per il passeggio disordinato dei pedoni (pesciu te le pecure!)

- Tutti i Viali: delimitare con vernice sul solo lato con il marciapiede più largo una fascia riservata per le biciclette, allineata con gli scivoli già esistenti agli incroci

- Via vecchia Copertino è un possibile itinerario per raggiungere Ecotekne (uscendo da Lecce): 1) pista in sede protetta sul lato destro di Via San Pietro in Lama 2) rallentatori per le auto in vari punti di Via vecchia Copertino (ideale sarebbe riservarla solo alle bici) 3) svolta a destra in prossimità del Filo di Arianna 4) pista in sede protetta sul lato destro del tratto allargato in corrispondenza dello svincolo della tangenziale 5) costeggiare la rotonda in sede protetta sul lato destro 6) attraversamento di Via Monteroni con rallentatori 7) pista in sede protetta sul lato destro del tratto a senso unico di Via Monteroni tra le due rotonde 8) costeggiare l’altra rotonda in sede protetta sul lato destro fino al cancello di Ecotekne Ovviamente la stessa pista sarà usufruibile dalle biciclette nei due sensi.

- Apporre all’inizio di tutti i tratti così delimitati o riservati apposita segnaletica verticale e orizzontale (pittogramma)

 

 

 

Lecce con vigili in bicicletta

Contributo di Alfredo Damiano

Esterno, giorno, lungo viale ombroso costeggiato da cipressi. Cime ondeggianti al vento, sottofondo d’uccellini, silenzio rotto solo dal bisbigliare sommesso di parenti in visita ai propri defunti.

No, questo film non si può proprio girare nel cimitero di Lecce. La fortissima affezione dei leccesi per le quattro ruote ha trasformato questo luogo di raccoglimento e di dolore nel drive-in del caro estinto. Rombo di motori, smog, clacson, lamiere luccicanti questo è il paesaggio del nostro cimitero. Comodi, si arriva, si parcheggia davanti alla lapide, si scaricano: fiori, lampade e l’attrezzatura riposta nel portabagagli, si recita la preghiera e si riparte. Il sogno dell’automobilista si completa così, dalla culla alla bara. E’ chiaro che questo non è possibile per tutti, ma è sufficiente a diffondere un sordo senso d’ingiustizia in quanti vorrebbero, ma non possono.

Via, quindi anche a soluzioni di compromesso: motociclette e scooter scoppiettanti che possono inoltrarsi lungo i viali più stretti. Gli anziani si avventurano ancora rispettosi, barcollando con i fiori in mano, schivano centauri ed automobilisti, attraversano il parcheggio, scuotono la testa e cos’altro può fare? Un improbabile cartello con limite di 30 km orari pende di sbieco lungo il viale carrabile, ignorato tanto dagli automobilisti quanto dai custodi. Nessuno si scandalizza davanti tanta ostinata insensibilità ed inciviltà.

Le biciclette in una città come questa restano sempre un mezzo ludico, al pari dei tricicli nella villa comunale, della carrozza in piazza sant' Oronzo nei giorni di festa, dei pomposi cavalli dei nostri vigili urbani, delle mongolfiere della festa patronale. Le poche piste ciclabili esistenti sono dei parchi chiusi destinati ai momenti di svago, al pari dei giardini pubblici, i maneggi, le piste di kart. Per spostarsi si usa l’auto e le strade servono solo per loro.

Cambiare quest’abitudine mentale significa vedere le biciclette come un mezzo di trasporto e le piste ciclabili come delle infrastrutture. Come spiegare ai leccesi che il ciclista non è solo un poveraccio da deprecare perché non può comprarsi il SUV, che non ha il dovere di cedere il passo pena l’investimento sul posto?

Servono nuovi modelli di riferimento e l’amministrazione comunale potrebbe fare qualcosa. Vedere il sindaco in bicicletta forse significa chiedere troppo ma che dire di un corpo di vigili urbani ciclisti? Se il vigile deve educare i cittadini e non solo multarli deve essere esso stesso un modello comportamentale. Sotto quest’aspetto è diseducativo il vigile urbano che in sella alla sua moto pattuglia il centro storico o la villa comunale. Questo è abbastanza evidente a tutti ma se nelle grandi città si è pensato al cavallo lo si è fatto sopratutto per ragioni simboliche. In una piccola città come Lecce questi costi, credo siano ingiustificati. Il vigile in bicicletta, che peraltro è presente a Milano che non è una piccola città, non è un vigile menomato anzi, oltre a poter svolgere regolarmente tutte le funzioni dei suoi colleghi motorizzati rappresenta un riferimento educativo per quanti pensano che sulle strade debbano circolare solo le auto. Verifica in maniera diretta il corretto utilizzo delle piste ciclabili ma soprattutto rappresenta una forma di tutela di parte, sulle categorie deboli degli utenti della strada. Barattare i cavalli con le biciclette avrebbe un alto valore simbolico oltre benefici effetti sul bilancio comunale. In città la campagna elettorale è praticamente in corso.

Il 17 di settembre si terranno le “primarie” nel centrosinistra per il candidato sindaco che si eleggerà poi in primavera. E’ il momento buono per avanzare delle richieste.

Saluti a tutti i cicloamici. Alfredo Damiano

Il problema del traffico a Lecce

Contributo di Alfredo Damiano

Pago circa 2 euro al giorno per la mia auto. Che sia ferma oppure in moto.

Perché devo spendere altri soldi per prendere i mezzi pubblici oppure sudare o rischiare la pelle e la salute per andare in bicicletta od a piedi? Il richiamo salutista oppure ecologista fa poca presa.

Prendo l’auto, tanto il servizio che devo svolgere è di pochi minuti. Vado in centro e parcheggio in doppia fila perché non conviene pagare per così poco tempo.

Morale: Circolare in auto costa meno che tenerla ferma.

E’ più economico intasare le strade parcheggiare sui marciapiedi oppure in doppia fila o in divieto di sosta. L’automobilista virtuoso è quello che spende. Colui che caparbiamente prende i mezzi pubblici vuole proprio sperperare il proprio tempo e denaro.

L’allocazione dei costi fra gli utenti cittadini è paradossalmente a favore di chi circola in auto e che inquina.

Rovesciare questa distribuzione comporta scelte coraggiose. Comporta abbandonare quel malinteso senso di libertà di circolare e di inquinare e verso le quali le nostre amministrazioni comunali si sono sempre riferite.

Quando in viale XXV luglio i livelli di inquinamento salgono troppo, vedi l’inverno appena trascorso, non si interviene sul traffico ma si interviene sulle fronde degli alberi che impedirebbero il disperdersi delle particelle nocive. Si può pensare di risolvere il problema inquinamento riducendo il verde pubblico, caro Sindaco?

La scelta coraggiosa sta nel caricare i costi della circolazione e dell’inquinamento su chi effettivamente li produce e cioè le auto circolanti. Il grattino che si compra dal tabaccaio non lo dovrebbe comprare chi tiene ferma l’auto in un parcheggio, ma al contrario chi la usa ed intasa le strade del centro.

Quello che propongo è in termini semplici è un ticket sulla circolazione delle auto nel centro. Mi rendo conto che non è cosa ne semplice ne indolore ma che credo ne valga la pena se con i soldi di chi circola ed inquina si costruiscono piste ciclabili e si rendono gratuiti i mezzi pubblici.

Bozza di

Lettera dei mobility managers

Egregio Assessore Gianni PEYLA

Egregio Dirigente ing. Sergio AVERSA Assessorato al Traffico e alla Mobilità

COMUNE DI LECCE 73100 LECCE LE TELEFAX 0832.

Egregio Assessore, gentile ingegnere, i firmatari di questa lettera si sono incontrati di recente, durante un incontro pubblico sui temi della mobilità sostenibile, scoprendo casualmente di essere stati nominati – ciascuno per l’amministrazione di appartenenza – “mobility manager”, a seguito della sollecitazione in tal senso pervenuta a suo tempo dal Vostro Assessorato.

Pur non essendo stati chiamati, sinora, a confrontarci sui temi della mobilità, vorremmo comunque offrire un piccolo contributo di idee.

Riteniamo che il traffico automobilistico nella nostra città abbia ormai assunto connotazioni preoccupanti e che vadano adottate misure per la limitazione dello stesso, a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini.

Uno degli strumenti, forse tra i più importanti, che potrebbero essere usati per ottenere la contrazione del numero dei mezzi a motore circolanti – e, conseguentemente, dei livelli di inquinamento acustico ed atmosferico – è l’incentivazione all’uso della bicicletta.

Chi scrive utilizza abitualmente tale mezzo di trasporto e – a tal proposito – vorremmo sottoporre alla vostra cortese attenzione alcune considerazioni.

Una reale incentivazione dell’uso della bicicletta passa anche attraverso provvedimenti normativi coerenti con tale obbiettivo.

Per quanto ci risulta, nel centro di Lecce abbiamo due soli – brevissimi! – percorsi che sono indicati come percorribili in bici ma non in automobile. Il primo è via Salvatore Trinchese, però – chissà perchè – solo nel breve tratto da piazza Mazzini a viale Cavallotti; oltrepassato l’incrocio, la segnaletica installata ai sensi del Codice della Strada riserva la percorribilità esclusivamente – e insensatamente - ai pedoni. Il secondo tratto dove un ciclista non condivide il proprio percorso con le automobili è – paradossalmente – ancora più breve: si tratta dei pochissimi metri di via degli Acaya, oltrepassati i quali, però, dovrebbe ridiscendere dalla bicicletta perché si trova in zona pedonale o a traffico limitato.

Un paradosso, vero e proprio! Vi chiediamo – per il momento – degli interventi semplici, persino banali , a costo zero: estendere immediatamente la percorribilità ai ciclisti per l’intera via Salvatore Trinchese e per piazza Sant’Oronzo, in modo da “raccordare” i due tratti ciclabili prima indicati. Quindi, gradualmente e progressivamente, rendere ciclabili tutte le zone oggi esclusivamente pedonali della città. Ci chiediamo, ad esempio, se oggi abbia ancora senso, in una città soffocata dal traffico e dallo smog, vietare l’attraversamento dei giardini comunali o di qualche piazza alle biciclette (anche a quelle dei bambini!), che non inquinano e quasi mai provocano incidenti stradali. Se mai, purtroppo, li subiscono! In prospettiva, poi, occorrerebbe progettare una serie di interventi a più lungo termine quali: realizzare attraversamenti sicuri (sopraelevati rispetto al piano stradale?) dedicati a ciclisti e pedoni; realizzare piste ciclabili affiancate alle piste pedonali sulle strade in cui il marciapiedi è più largo di quattro metri e sui grandi viali (ad esempio viale Gallipoli, viale dell'Università, viale Francesco Lo Re, ecc.); realizzare piste ciclabili che colleghino in sicurezza le sedi universitarie cittadine e periferiche; facilitare l'uso della bici collocando rastrelliere e segnaletica dedicata.

Ma anche incentivare l'uso della bicicletta con servizi di noleggio con sistemi intermodalità bici/treno in stazione ferroviaria o bici/auto nei parcheggi di scambio. Infine, avviare una campagna di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza sui temi della mobilità sostenibile e del trasporto sicuro in bicicletta. Nella speranza che di questa nostra nota vengano accolti non soltanto i suggerimenti più immediati, ma anche lo spirito di collaborazione e di cittadinanza attiva, porgiamo cordiali saluti e restiamo a Vostra disposizione per ulteriori approfondimenti al riguardo.

 

Denuncia guida pericolosa

Da: Giuseppe Catalano Data: 14 giugno 2006 14:19:19 GMT+02:00

A: polstradasez.le@poliziadistato.it

Oggetto: nuova trasmissione denuncia contro ignoti

Polizia Stradale Via dei Palumbo, 36 73100 Lecce FAX 0832 453431 Lecce, 14/06/2006 OGGETTO: nuova trasmissione denuncia contro ignoti inviata in data 12/06/2006 con correzioni nei nomi delle strade citate.

Mi permetto di ripetere a codesta Spett.le autorit di P.S. la denuncia inviata via fax in data 12/06/2006 con rettifiche riguardanti i nomi delle strade interessate, e relativa ai gravi atti subiti dal sottoscritto domenica 11/06/2006 alle ore 8,15. Percorrevo in bicicletta la SS 611 San Cataldo Otranto in direzione San Foca allorch, appena dopo il semaforo in corrispondenza dellincrocio per Acaia Vernole, venivo superato a velocit elevatissima e senza rispetto di alcuna distanza di sicurezza da sei motociclisti, i quali, in violazione anche della segnaletica di pista ciclabile, volontariamente e ripetutamente hanno perpetuato il sorpasso portandomi a perdere lequilibrio e ad uscire fuori strada. Lepisodio si ripetuto verso le ore 10,45 lungo la SP 298 in direzione Lecce, allaltezza dellincrocio con la SS611 nei pressi di San Cataldo, allorch quattro motociclisti hanno impegnato, a velocit folle, entrambe le corsie di marcia e, superandosi a vicenda, hanno generato gravissimo pericolo a me personalmente ed alla circolazione ciclistica ed automobilistica.

Riferisco inoltre che episodi di tale genere si perpetuano costantemente nei giorni di sabato e domenica, prevalentemente nelle ore del mattino dalle 7,00 in poi, sui tratti di strada SP 298 Lecce - San Cataldo (Mediazione, Centro ippico dell'esercito - Cesine) e SS 611 San Cataldo - Otranto (Via Torre Specchia, San Foca, Torre dell'orso) ad opera di GRUPPI DI MOTOCICLISTI, che a VELOCITA' FOLLE percorrono le vie provinciali e litoranee suddette, e le PISTE CICLABILI che insistono su di esse, a rischio di travolgere i pedoni, i ciclisti e chiunque altro impegni in quelle ore le suddette strade.

Mi permetto di chiedere il Loro fondamentale intervento a tutela della sicurezza stradale e rimango disponibile a fornire ogni ulteriore dettaglio su tali episodi anche personalmente presso le Vs. sedi. Distintamente,

Firmato Dr. Giuseppe Catalano

 

 

Così vorremmo la stazione FS di Lecce, straripante di bici pronte a servire studenti lavoratori e turisti. Purtroppo questa non è la stazione di Lecce ma quella di Ferrara