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La ricchezza di forme colori ed estro è quasi incommensurabile. Giorno dopo giorno l'eremo di Vincent cresce su se stesso suscitando stupore e perplessità. ll comune di Guagnano che voleva abbattere tutto con l'accusa di abusivismo edilizio deve oggi ammettere che si tratta della sua maggiore attrattiva. La Provincia di Lecce gli ha dedicato un itinerario cicloturistico

"Pitta zompa e balla .."

(dipinge salta e balla) con questa frase la madre riassume efficacemente la giornata di Vincent, l'artista/eremita più simpatico del salento e reso celebre dal film "Italian Sud Est"

 

Visita a Vincentcity

di Andrea Zitani e Antonio Licciulli

I giornali, in altre faccende affaccendati, come spesso capita, non ne hanno parlato ed allora lo facciamo noi. Quella di domenica 13 marzo sembrava una normale gita fuori porta dei Cicloamici, ma nell'assolata campagna salentina, nei pressi di Guagnano, all'ora della siesta, il mistero del creato si è manifestato nella forma più strana.

Resterà infatti nella memoria dei nostri amici un incontro ravvicinato con uno strano tipo, una visione, un'apparizione, una vertigine difficile da raccontare. Cerchiamo dunque di restare ai fatti ed alle poche informazioni che siamo riusciti a cogliere. Alle dodici circa, narrano i testimoni ancora sotto shock, i Cicloamici hanno scorto nella campagna una strana forma che sembrava nascere dalle viscere stesse della terra. Alcuni hanno pensato ad un miraggio, altri ad un'isola, qualcuno ad un dinosauro fuggito da Jurassic Park. Con un senso di inquietudine crescente, le labbra secche, il cuore in panne, si sono guardati negli occhi ed hanno deciso di proseguire. "Non sapevamo bene cosa stavamo facendo" ci ha raccontato uno dei sopravvissuti "ma sentivamo una forza irresistibile che ci spingeva ad andare avanti…". Dietro una curva si è così manifestato ai loro occhi il castello delle fate del quale parlano tante leggende, la dimora della fata Morgana, l'antro misterioso della creazione o forse, come qualcuno dice, "Vincentcity", la città segreta della quale da anni si favoleggia nel Salento ed ancor di più da quando il film "Italian Sud Est" è apparso nelle sale cinematografiche. 

Allo sguardo attonito dei nostri eroi pareti incantate ricoperte da sgargianti decorazioni e da frasi misteriose, invitanti ed inquietanti insieme, li hanno accolti all'interno di un ampio cortile nel quale decine di statue li fissavano gelide. 

"Forse i corpi pietrificati di quanti ci hanno preceduto", ha esclamato una delle componenti del gruppo. In fondo al cortile li aspettava un elfo psichedelico piovuto da un pianeta sconosciuto, un E.T. che non vuole tornare a casa perché la sua casa l'ha creata qui, un viaggiatore dei mondi della psiche, un saltimbanco dell'arte: Vincenzo Brunetti, Vincent. 

I cicloamici non hanno avuto il tempo di riprendersi dallo smarrimento che sono stati trascinati a bordo dell'astronave di Vincent in partenza per il fondo dell'universo o, più semplicemente, della mente dell'artista. Qui tutto viene metabolizzato e riprodotto in forma nuova: le Madonne cristiane e la statua della libertà, la Venere che emerge dalle acque e le torri gemelle, e poi fiori, animali, paesaggi, poesie, messaggi. Ogni parete trasuda di significati che si sovrappongono e distorcono lasciando i visitatori come Hansel e Gretel nella casa di marzapane. Vincent ha lasciato i nostri liberi di girare per la casa, ma non ha mancato, senza smettere di dipingere e di dimenarsi, di raccontare come la società degli uomini lo rifiuti e lo adori, lo cerchi e lo tema, lo disgusti e lo ecciti. 

Ancora storditi da tante parole e tante immagini gli ospiti sono poi stati avvicinati dalla vestale di questo luogo magico, la madre di Vincent o forse la fata Morgana in persona: una ninfa rubiconda che li ha presi per mano per raccontare le gesta eroiche del figlio, del suo fulminante inizio artistico, dei suoi successi a Milano, della malattia e della rinascita attraverso la creazione. Rinascita, appare chiaro, della quale è lei la principale artefice. 

Quasi senza accorgersene, infine, i Cicloamici si sono ritrovati fuori dal cerchio magico e poco alla volta hanno visto sparire in lontananza l'astronave di Vincent. Ancora adesso si chiedono se hanno sognato o se sono stati sul serio a bordo e se, tornando, la troveranno ancora lì o scopriranno con tristezza che è partita per un altro pianeta. Il vostro cronista, anch'egli scosso, conferma che "Vincentcity" è ancora lì, a Guagnano e che tutti possono entrarvi e passarvi una giornata particolare.stata una bella serata, una grande manifestazione ed un evento che ha fatto e farà parlare. 

Vincent pensiero

..Io credo di essere una bella persona, semplicemente perchè amo vivere alla mia maniera ... amo essere spontaneo, il più naturale possibile e ... forse per questo piaccio alla gente! La gente mi ama perchè mi vede deciso, coraggioso sicuro di me e delle scelte che faccio ... E quando faccio una scelta, me la vivo fino in fondo .....

.. Io sono un bambino. Questo i signori della legge non l'hanno capito, che sono rimasto un bambino, e che stanno lottando con un bambino, stanno togliendo la possibilità di giocare al bambino, stanno togliendo un piacere ad un bambino. Non si può fare niente contro di me perchè è la mia natura

(da "la fiaba dell'eterno bambino" di Giuseppe Laghezza)

 

Vincent avvolge il suo visitatore di colori e pensieri. Tante frasi semplici e meno semplici per rendere partecipe del suo profondo stato di ispirazione creativa e religiosa.

Anna si fa prendere dal misticismo e si concede una pausa Zazen in una dei tantissimi anfratti pittorsechi dell'eremo. La visita e permanenza all'eremo sono liberi. Vincent ospita anche a dormire amici e visitatori.

 

Vincent Brunetti, è tornato a vivere nel 1993 a Guagnano dove è nato nel 1950. Da bambino segue i genitori emigranti in Francia, Piemonte e Lombardia. Dal 1971 è scultore e pittore prima in Milano dove sono state organizzate mostre sui suoi lavori. Dal 1993 si è ristabilito a Guagnano per riciclare interamente, secondo la sua arte, un tir di materiale da costruzione barattato con un suo quadro. Nell'eremo è organizzata la mostra permanente delle sue opere insieme con la pinacoteca dei suoi quadri in vendita.

A Guagnano ovviamente tutti sanno dove vive e si offriranno per condurre il ciclista. Comunque ecco l'indirizzo: Eremo di Vincent, Via Scalera, 73010 Guagnano (Le) tel. 0832706315

 

Il suo sorriso coinvolge e cattura. Ci sembra che sprigioni una intensa energia. L'energia di cui Vincent si dice posseduto dopo che una decina d'anni indietro la sua vita fu "miracolosamente" salva da un brutto male

In tutti i modi i Cicloamici lo hanno messo alla prova e subissato di domande più o meno irriverenti. Alla fine grande e mutua è stata la simpatia. Anche Mauro il dialettico-materialista-positivista ha finito per lasciarsi trasportare dall'allegria e dalla leggerezza del Vincent pensiero

L'astronave di Vincent vista da dietro si disvela come un enorme cantiere in perenne trasformazione e crestita. I materiali più disparati vengono utilizzati. Si tratta per lo più di materiali di risulta e di rifiuti di ogni genere (water, tralicci .. )

Luminoso e solare lo studio di Vincent si rivela come un attrezzato laboratorio di un pittore di maniera con tutti gli strumenti del mestiere a portata di mano. Intorno ampi spazi per consentire ai suoi visitatori di assistere alle sue performance artistiche e teatrali. Ogni domenica pomeriggio accorroni da Vincent una media di 200 persone.

 

La madre di Vincent. E' difficile stabilire chi è più energetico. Instancabilmente la madre descrive doti virtù del figlio. Mai si stanca di raccontare ogni volta introducendo una nota di colore, le mirabili gesta del figlio. E mentre racconta è li a spolverare e tenere in ordine l'immensa astronave. E' lo stesso Vincent che ammette il ruolo ispiratore che ebbe la madre quando lui era bambino. Scrive Vincent "una sera mia madre tracciò con una matita su un foglio il profilo di un volto umano. Quale meraviglia non fu per me quel disegno: fu una folgorazione. Era la prima volta chevedvo disegnare qualcunoe da quella sera giurai a me stesso che da grande avrei fatto l'artista." (da "la fiaba dell'eterno bambino" di Giuseppe Laghezza)

Il gruppo dei cicloamici contempla al sole il mosaico a motivo di zodiaco