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Fazendas
e fazenderos
Alla
vigilia di un bel viaggio in Brasile, Silvia si chiede: E' possibile
viaggiare da turisti responsabili ignorando la sofferenza della gente?
O è meglio rimanere chiusi in casa facendo finta di niente?
Ieri sera tardi (perchè le cose
interessanti ed educative le trasmettono rigorosamente in orari
improponibili per lasciare spazio in prima serata a qualche bella donnina
desnuda o a qualcuno che vince un miliardo di milioni di euro in
mezzora...ma questo è un altro discorso), ieri sera, dicevo, ho visto un
programma che parlava del Brasile. Siccome tra un po’ ci vado, mi sono
messa in ascolto con attenzione perchè mi aspettavo che si parlasse di
turismo/arte/natura.
E invece quello che ho visto mi ha preso
lo stomaco e mi ha fatto un po’ passare l’entusiasmo per il mio viaggio,
il mio viaggio da turista responsabile ma spensierata, che va a godere delle
bellezze di un paese senza poter fare nulla per, se non addirittura
ignorando, tutta la sofferenza della gente che ci vive.
Si parlava delle fazendas del
latifondismo brasiliano, di come i lavoratori siano presi a forza per fame e
necessità in una condizione di schiavitù: mi sembrava di vedere una messa
in scena di una di quelle storie di Amado ambientate qualche secolo fa:
violenza, intimidazione, sopruso. Questi nuovi schiavi vengono sfruttati per
14 ore al giorno per 40 dollari al mese quando va bene (e il padrone non
sguinzaglia i suoi pistoleri a uccidere per riprendersi i soldi); sono
costretti a comprare dal fazendeiro il poco cibo, gli strumenti per il
lavoro, addirittura i teloni di plastica per coprire il tetto delle capanne
di terra e canne che ospitano le loro povere poche cose. Sono praticamente
messi nella condizione di debitori verso i loro aguzzini, e vivono
rassegnati a questa miseria e con una lontana speranza in una riforma
agraria che assegni loro un pochino di terra da coltivarsi per mangiare. Non
chiedono altro. Roba d’altri tempi. Il governo Lula sta tentando di
incentivare i lavoratori alle denunce ma la posta in gioco rimane troppo
alta e l’alternativa inesistente.
Fin qui, anche il più insensibile e
consumista di noi si dispiace tantissimo e si vergogna un po’ per essere
così fortunato da essere nato nella parte giusta del mondo e per essere
tanto ricco e benestante. Quando però mi dicono che il mais, il caffè e
quant’altro, prodotti in queste fazendas, vengono comprati da
multinazionali perfettamente consapevoli e magari me li mangio a tavola ben
contenta, prima mi indigno con questo mondo cattivo e poi non posso non
indignarmi con me stessa che ci vivo, compro, mangio, consumo, arricchisco,
impotente, mio malgrado.
Come sempre in queste circostanze mi
balena in mente di lasciare tutto e trovarmi un’occupazione più utile,
poi in pochi secondi mi rendo conto che non ne sarei mai capace e
ipocritamente cerco di giustificarmi, mi dico che in questa parte di mondo
io non sono neppure tra i più colpevoli, che non ho nemmeno un lavoro
stabile e chissà quando ce l’avrò, e tutta una serie di scuse che siamo
bravissimi a trovare. Lo stesso non posso sopportare di sentirmi così
impotente e colpevole, di non riuscire a trovare in me stessa un pensiero
degno. Spengo la tv e cerco di addormentarmi più in fretta che posso.
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Il 22 dicembre 1988 moriva
Chico Mendez. Assassinato dai latifondisti che volevano
costruire la strada sulla "sua" Amazzonia. Un piccolo
indio della foresta, che andava a Washinton a parlare al
Congresso con il vestito imprestato da un amico. Il padre del
grande movimento ecologista che ha portato fino al Summit
mondiale di Rio, nel '92.
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1944
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Francisco "Chico" Alves
Mendez Filho nasce a Xapuri, in Acre, regione Ovest dell'Amazzonia
Brasiliana .
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Povero e analfabeta, il padre
guadagna il suo salario sfruttando gli alberi della gomma della
foresta
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1953
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Chico diventa un seringueiro,
essendogli negata una educazione formale. Fino al 1970 i
latifondisti delle prorpietà della gomma non permettono che ci
fossero le scuole. Chico impara a leggere per "pura
fortuna"
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Chico organizza i seringueiros
affinché lavorino insieme per difendere le loro case dagli
allevatori, ottenendo così fama internazionale
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Anni '70
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Chico diventa un leader del
movimento di resitenza non-violenta per difendere la foresta e
le case della popolazione della foresta dalla distruzione
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1975
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Chico fonda l'Union Movement in
Acre
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1979
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Chico collabora a fondare il
partito di sinistra dei lavoratori
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1985
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Chico fonda il Consiglio
Nazionale dei seringueiros, un gruppo non governativo per la
difesa delle condizioni di vita e di lavoro delle comunità che
dipendono dalla foresta. Organizza anche il primo Meeting
Nazionala dei seringueiros a Brasilia con l'aiuto
dell'antropologa Mary Helena Allegretti.
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Cancepisce la "riserva
estrattiva" per uno sfruttamento sostenibile delle risorse
dell'Amazzonia per il beneficio delle popolazioni locali e per
proteggere la foresta pluviale dagli incendi e dall'allevamento
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1987
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Riceve due riconoscimenti
internazionali per l'ambiente: il premio "Global 500"
dell'United Nations Environment Programme (UNEP, e il premio Ted
Turner's Better World Society Environment.
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Con l'aiuto di Stephan
Schwartzman di Environmental Defense e altri, Chico diventa
famoso in tutto il mondo come seringueiro, leadre dell'unione e
attivista .
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1988
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Chico guida l'unione dei
lavoratori rurali Xapuri in un vittorioso scontro con
l'allevatore Darly Alves contro la deforestazione di un'area che
i seringueiros vogliono includere nella riserva.
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22 Dicembre 1988
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Chico viene assassinato di fronte
alla sua casa da Darci Alves, figlio di Darly Alves
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1990
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Gli assassini Darly and Darci
Alves vengono condannati a19 anni di prigione
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1993
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Gli assasini scappano, ma Darly
è ricatturato e sta scontando la pena. Per la prima volta dopo
molti omicidi politici, i colpevoli vengono perseguiti e
imprigionati.
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La terra e la foresta per cui
Chico visse e morì fanno parte della Chico Mendez Extractive
Reserve che copre 970.570,00 ettari.
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La
donna
Il
rispetto e la valorizzazione della donna, soprattutto della donna
della foresta era un punto centrale del pensiero dei Chico. Tant'è
che le donne dell'Amazzonia hanno saputo superare i confini degli
stati ed hanno realizzato incontri coinvolgendo le vicine della
Bolivia, del Perù, dell'Ecuador e del Venezuela. E una di loro oggi
è stata eletta in senato per difendere l'Amazzonia e i suoi popoli
(la senatrice Marina da Silva).
Le
riserve estrattive
Una
sorta di spazi "condominiali", dove nessuno diventava mai
proprietario ma dove tutti, secondo l'occupazione tradizionale della
terra, avevano il diritto di "estrarre" prodotti come il
lattice, sementi oleose, essenze medicinali, ecc., per sé e la
famiglia. Chico sapeva bene che la sua gente avrebbe avuto grandi
difficoltà a resistere alla mondializzazione del mercato, che
stabiliva i prezzi della sua foresta a New York o alla tecnologia
internazionale che carpiva i segreti della biodiversità dell'Amazzonia.
Secondo lui solo organizzandosi in comunità si sarebbe potuto
resistere.
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I
cicloamici lanciano una nuova scrittrice in erba.
Ma
chi si aspettava di essere deliziato con dolci e ironiche storielle
questa volta rimane deluso.
Silvia
ci prende per la mente e per lo stomaco portandoci a riflettere sulla
condizione dei lavoratori delle fazendas brasiliane che sono
praticamente ridotti in stato di schiavitù.
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La storia del Movimento dei Senza Terra (MST)
tratto dal sito http://www.mst.citinv.it
Dicembre
'00
1)
Ultimi dati sul Brasile
Secondo dati Ipea, citati da Frei Betto in un testo del settembre 99,
relativo al Grido degli esclusi, 85 milioni di brasiliani su 160 sono sotto
la linea di povertà, cioè hanno un reddito mensile inferiore a 132 reais
(circa 132.000 lire). Il 28,7% degli abitanti del Brasile vive con meno di
un dollaro al giorno. 3 milioni di bambini sotto i 14 anni lavorano.
2)
La concentrazione della terra
Nel 1985 i tre milioni di piccoli proprietari, che possedevano meno di 10
ettari, rappresentavano il 53% del totale dei proprietari e possedevano il
3% di tutte le terre. Mentre 50.000 grandi proprietari rappresentavano lo
0.83% dei proprietari e possedevano il 43,5% delle terre. La concentrazione
della terra è in aumento. Oggi i grandi proprietari, con proprietà dai
1000 ettari in su, (dati 1995) sono 34.500 e possiedono più del 55% delle
terre La terra è nelle mani delle famiglie tradizionali, le oligarchie
rurali, di gruppi industriali e finanziari e di imprese multinazionali e
proprietari stranieri.
La terra è mal utilizzata. Si parla di 81 milioni di ettari totalmente
oziosi (1988).
In realtà dei 370 milioni di ettari censiti dall'IBGE (sugli 850 milioni
del territorio brasiliano) solo una sessantina di milioni veniva coltivato
nel 1985. Il 42% delle terre utilizzabili resta incolto e l'88,7% delle
terre oziose fa parte di latifondi. 280 milioni di ettari sono considerati
latifondo (1995).
3)
Le radici del MST: Quali sono i principali fattori all'origine del MST?
- Fattore
socioeconomico
-
Le
trasformazioni dell'agricoltura nella decade degli anni 70. È il
periodo di più intensa meccanizzazione dell'agricoltura,
dell'introduzione della soia (Rio Grande del sud e Parana) e dell'Espulsione
dai campi di grandi masse di popolazione. In una prima fase queste
persone migrano verso le regioni di colonizzazione: Rondonia,
Para, Mato Grosso. In realtà in queste regioni non c'è possibilità
di sviluppare una agricoltura familiare. Alcuni gruppi cercano
lavoro in città, ma con la fine del miracolo (fine anni '70) i
contadini si vedono chiudere anche questo possibile sbocco.
- Fattore
ideologico:
-
Ha
una grande importanza, nella nascita del MST, il lavoro pastorale della
Chiesa. Nel 1975 nasce la CPT (prima in Goias e poi si espande
nell'intero paese), Commissione pastorale della terra, movimento di
vescovi, preti e agenti di pastorale, in piena dittatura militare, che
sono contro il modello che si sta realizzando nelle campagne.
La CPT applica il Vaticano II, le encicliche progressiste, la teologia
della liberazione, ha una vocazione ecumenica. È stato
importante il contributo della CPT alla nascita di un unico movimento
contadino a carattere nazionale.
- Fattore
politico
-
Le
lotte per la riforma agraria si sommano ad un ampio processo di lotte
alla fine degli anni '70. Ci sono scioperi operai negli anni 78/79 e
lotte per la democratizzazione della società.
4)
La nascita
IL MOVIMENTO ha avuto origine in vari stati della regione centro-sud. Il gennaio
1984 viene considerato il momento della nascita ufficiale del MST: 21-24
gennaio 1984, Cascavel - Parana. 1° incontro nazionale con 80
rappresentanti di 13 stati.
5)
Alcuni momenti significativi della storia del movimento.
-
1°
Congresso 1985 - Curitiba - 1600 delegati - "L'occupazione
è l'unica soluzione" è lo slogan che domina in questo
periodo. Dopo il congresso c'è un grande slancio verso le occupazioni.
-
5°
Incontro 1989: "Occupare, resistere, produrre".
Con questo slogan si voleva sottolineare l'idea che era importante far
nascere una società nuova negli insediamenti, organizzare la
produzione, elaborare un modello per l'agricoltura. "Speravamo
allora che fosse eletto Lula" - dice Stedile.
-
Il
periodo di Collor (1990-1992) è stato molto duro. "Abbiamo
cercato di rafforzarci per resistere. Abbiamo lavorato molto al
miglioramento degli insediamenti e alla costruzione del sistema
cooperativo".
-
1995
- 3° Congresso (Brasilia, 5000 delegati). Dominante è la lotta
contro il neoliberalismo e il governo di FHC. La riforma agraria dipende
dai mutamenti del modello economico e quindi per essere realizzata ha
bisogno dell'appoggio dell'intera società."La riforma agraria
è una lotta di tutti", è quindi lo slogan.
-
2000
- 4° Congresso (Brasile più di 12.000 delegati). Il MST sta
subendo una dura repressione da parte del governo. Denuncia il progetto
neoliberale del governo per l'agricoltura e rilancia l'azione di massa
ed una grande campagna di formazione di militanti. Lo slogan è "Per
un Brasile senza latifondo".
6)
Caratteristiche Del MST
-
È
un movimento popolare nel quale
tutti possono entrare: non ci sono solo uomini adulti, come è
prevalentemente nel sindacato, ma donne e anche ragazzi e anziani. Vi
possono entrare anche in Non Contadini. Non si discrimina chi non lavora
la terra
-
Ha
una componente sindacale. Le
famiglie lottano per conquistare un pezzo di terra. Lottano per il
credito, per le infrastrutture, per i prezzi dei loro prodotti. Questi
aspetti interessano solo gli agricoltori. Ma non vengono delegati ad
altri movimenti. La lotta corporativa è strettamente legata nel MST a
quella politica.
-
È
un movimento politico anche se
non ha mai pensato di trasformarsi in partito. È vicino al PT, la cui
proposta di riforma agraria è sempre stata molto simile a quella del
MST, ma autonomo.
-
Ha
una direzione collegiale (se c'è
un presidente - dicono - o viene assassinato o tradisce, cioè viene
cooptato). La direzione è composta da 21 persone. Le proposte vengono
dagli stati nei quali si discute approfonditamente. Poi però vanno
votate in un incontro nazionale. I candidati devono avere più del 50%
dei voti per essere nominati.
-
Da'
importanza allo studio, alla formazione dei quadri e alla lotta di
massa, ad un forte legame con la base
7)
L'ideologia
Il MST si sente erede di 500 anni di lotte per la terra nel proprio paese,
e di molte lotte che ci sono state in altre parti del mondo. "Non
stiamo inventando niente" - dicono. Non si sono però mai proposti
di copiare altre esperienze.
L'MST è strettamente legato alla realtà quotidiana. "Usiamo
le idee - dicono - che danno risultati qui da noi, nella nostra
esperienza". Si sentono particolarmente vicini alla teologia della
liberazione (che mischia cristianesimo, marxismo e latinoamericanismo).
Sono moltissimi gli studiosi, i religiosi, i rivoluzionari brasiliani e non
a cui fanno riferimento. "Non ci interessa tanto sapere a che partito
fosse iscritto un certo studioso, ma se ha detto qualcosa che ci può
servire".
8)
Forme di lotta: occupazioni, accampamenti temporanei e di lunga durata,
marce.
L'occupazione è una forma di lotta che obbliga a schierarsi. Il
povero organizzato obbliga la società a pronunciarsi. L'occupazione
non è un grido isolato. È importante che alla occupazione partecipino
intere famiglie perché si forma già uno spirito comunitario.
"L'occupazione è l'unica soluzione" è uno degli slogan più
antichi. Perché la legge viene applicata solo lì dove c'è iniziativa
sociale. Anche Cardoso ha riconosciuto che senza pressioni non ci sono
risultati.
Ci sono stati due importanti successi negli ultimi anni:
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L'approvazione
di una legge che obbliga, nei processi di sgombero, a seguire una certa
procedura con la presenza del
Pubblico Ministero e del Giudice che ascolta le parti (purtroppo i
giudici, spesso compromessi con il latifonco, non fanno processi, non
ascoltano i PM e autorizzano in modo illegale molte espulsioni).
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È
stato stabilito dal Supremo Tribunal di Justiça
di Brasilia (aprile 1997) durante un processo ai dirigenti MST Diolinda
e Rainha che le occupazioni di massa, promosse da movimenti sociali,
con l'obiettivo della R.A. non sono crimini, ma rivendicazioni
dell'attuazione di un diritto costituzionale e non possono essere
giudicate alla luce del codice penale ma alla luce della costituzione.
9)
Violenza contro i Senza Terra.
I senza terra sono stati vittime nei loro 16 anni di vita di molte violenze:
denunce ingiustificate, minacce, sgomberi e arresti arbitrari, torture,
omicidi, massacri. Famosi sono i massacri di Corumbiara (1995) e di Eldorado
dos Carajas (1996). Soltanto durante l'anno 2000, 11 membri del MST sono
stati uccisi da pistoleiros o da poliziotti.
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