Olomouc

A volte gli incontri sono programmati in ogni dettaglio. Mese, giorno ed ora.  Altre volte gli incontri sono dettati dal caso. 

Attraversando le regioni Morava (Moravia) e Slezsko (Slesia) della Repubblica Ceca può capitare di incontrare Olomouc. 

Questo incontro al buio avviene in una caldissima giornata di fine agosto.  Ci arrivo per caso e senza sapere nulla.  Ero alla ricerca di un po’ di ristoro e relax, essendo quasi ora di pranzo. 

Ai miei occhi si apre una splendida cittadina barocca (suppongo, non sono un esperto di storia dell’arte) ricca di affascinanti stradine.  E’ una cittadina piena di giovani.

Senza un’idea precisa di dove andare percorro quel dedalo di stradine fino a sbucare in una grande ed assolata piazza. 

Leggo, sul cartello stradale, Horní námestí (Piazza Grande). Al centro di questa piazza ammiro un singolare monumento.  I puntuali cartelli informativi recitano Sloup Nejsvetejší Trojice (Colonna della Santissima Trinità).

Horní námestí

Una monumento che mi impressiona  per maestosità e ricchezza dei decori.

Decido che questa piazza sarà il luogo del mio relax.    Cerco e trovo un ristorante all’aperto in modo da potermi godere la piazza e la sua atmosfera rarefatta.

Sloup Nejsvetejší Trojice

Trovo una bella veranda nel Moravskà Restaurance.

Da qui posso scorgere un palco, montato su un lato della piazza, e inizio a immaginare le tradizioni e feste di questa città. Mentre ordino da un menu in italiano (la cosa mi fa pensare di non essere in un paesino qualunque) noto un certo fermento intorno al palco.  Nel giro di mezz’ora inizia, sotto un sole caldissimo e ad un orario improbabile, uno spettacolo affascinante.  Mi trovavo nel pieno di un festival internazionale di majorettes .

Un’atmosfera da sogno grazie ad una musica e ad un ambiente fuori dal tempo.  Mi godo tutto lo spettacolo accompagnato da un pasto delizioso.

Lo spettacolo termina , è tempo di riprendere il cammino con un cruccio:  aver sfiorato un paese che avrebbe meritato più tempo.

La vita riprende con la solita dinamicità e quell’incontro viene dimenticato.  Solo diversi mesi dopo, grazie ad una mail di GoogleMap che chiede un giudizio suI Olomouc, riaffiora il ricordo di questo incontro e mi ritorna in mente il fascino di quel luogo.  

Secondo varie leggende se mi fossi trovato lì nel 57 a.c. avrei potuto incontrare Giulio Cesare in persona  che si spinse in queste remote regioni, con le sue truppe, fino alla collina che oggi ospita la Chiesa di San Michele.

Innamoratosi del luogo, il condottiero, battezza il piccolo insediamento Juliomontium, da cui deriverebbe il nome attuale. 

Probabilmente parliamo di una leggenda.  Ma che ci sia un legame tra Giulio Cesare e Olomouc lo testimonia il fatto che su sei grandi fontane presenti in città solo una non è dedicata ad una divinità mitologica e, guarda caso, è dedicata a di Giulio Cesare.

Facendo un salto nel tempo si arriva al 2 aprile del 1479 quando ad Olomouc si poteva incontrare, proprio nella grande piazza,  Ladislao II e Mattia Corvino intenti a firmare un accordo di pace che riconosceva a tutti e due il titolo di Re della Boemia con la clausola che le aspirazioni di chi fosse deceduto per primo sarebbero state soddisfatte per quell’altro. Con questa definizione la unitarietà della corona boema era stata mantenuta, anche se per un certo periodo, avrebbe avuto due re. Un compromesso degno della politica odierna.

Facciamo un altro salto di circa 400 anni nel 1848 Olomouc rappresentò un sicuro rifugio per l’imperatore d’Austria, in fuga da Vienna in seguito ai moti rivoluzionari austriaci della Primavera dei popoli. Il 2 dicembre 1848 la sala del Trono del palazzo arcivescovile cittadino fu scenario dell’abdicazione dell’Imperatore Ferdinando I d’Austria in favore del giovanissimo Francesco Giuseppe.

Ma il mio interesse era nel cercare di decifrare quella imponente colonna vista nella grande piazza. Scopro che è una colonna speciale. Nel 2000 è stata inserita nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.   Cos’ha di così interessante? Per prima cosa è alta ben 32 metri; la compongono 30 statue tra apostoli e santi.  Nella parte centrale è raffigurata la Madonna , mentre sulla cima c’è la scultura della Santissima Trinità. Il suo interno, come a sottolinearne le dimensioni, custodisce una piccola cappella. Ma questi sono dettagli da guida turistica. 

Anche in questo caso cerco e trovo la leggenda (che come sempre è più intrigante della Storia).  La Colonna fu fortemente voluta dalla comunità di Olomouc come ad indicare una rinascita.  Tra le case del paese passavano periodicamente donne ed uomini al fine di raccogliere fondi per la costruzione della stessa.  Nella comunità era motivo d’orgoglio quello di contribuire con quel po’ che si poteva dare.  Per volontà degli abitanti tutte le persone coinvolte nell’ideazione, nella progettazione e nella costruzione dovevano essere abitanti della città.

Quest’opera non portò molta fortuna a chi ci lavorò. La prima persona a morire durante il lavoro fu Wenzel Render, architetto imperiale. Fu il primo ad avere l’idea del monumento, lo ideò, ne costruì la prima parte e contribuì a finanziarlo.

I suoi successori Franz Thoneck, Johann Wenzel Rokický e Augustin Scholtz fecero la stessa fine non vedendo terminata la costruzione della colonna; l’opera venne completata da Johann Ignaz Rokický.

Phillip Sattler lavorò, senza poterla terminare , alla splendida scultura decorativa. Dopo la sua morte, il lavoro venne proseguito da Andreas Zahner che creò 18 sculture e 9 rilievi in 7 anni. L’orafo Simon Forstner, creò decorazioni in foglia oro della Trinità e dell’Assunzione di Maria e ricevette maggior fortuna dei predecessori riuscendo a completare il lavoro. Nonostante tutto ci rimise la salute visto che durante la lavorazione respirò un composto tossico di mercurio necessario per eseguire la tecnica che lo rese famoso.

Una palla in foglia oro ricorda che la colonna venne colpita più volte dai cannoni prussiani durante l’assedio di Olomouc del 1758.

La colonna fu consacrata durante una grande celebrazione a cui parteciparono l’imperatrice Maria Teresa d’Austria e il marito Francesco I.

Chiaramente Olomouc non è solo la sua colonna.  E’ tanto altro.  Per me Olomouc non è altro che il rimpianto per un appuntamento troppo breve.

Scheda turistica

Olomouc è una cittadina di circa 100.000 abitanti.  E’ stata al centro, come ho molto brevemente cercato di raccontare, di innumerevoli episodi storici ed è, oggi, sede della seconda università della Repubblica Ceca.  Questo ha fatto in modo che oggi il turista possa ammirare una città storicamente affascinante e, al contempo, assolutamente viva ed interessante.

I monumenti principali sono:

  • La Colonna della Santissima Trinità;
  • La Cattedrale di San Venceslao;
  • La Chiesa di San Maurizio;
  • La Chiesa di San Michele Arcangelo;
  • Le sei fontane Barocche dedicate a Giove, Mercurio, Tritone, Ercole, Nettuno e Giulio Cesare.

Nella biblioteca del Capitolo del Duomo di Olomouc si conserva il manoscritto originale dell’opera De re ædificatoria di Leon Battista Alberti.

Sia la città che la regione è ricca di percorsi ciclopedonali che permettono un turismo lento e compatibile con i ritmi di vita della popolazione.

La città è stata anche usata come set cinematografico della miniserie televisiva del 2020 Zivago.

Per finire una nota gastronomica.  Qui potete assaggiare il Olomoucke tvaruzky.  Parliamo di un formaggio Presidio Slow Food.

Il formaggio di Olomouc è realizzato con latte vaccino scremato, con una bassa percentuale di grasso. Il suo sapore è piccante, l’odore presenta anch’esso una caratteristica nota piccante che diventa ancor più pronunciata nel processo di maturazione – che può variare dai 7 ai 28 giorni. Questo formaggio può assumere diverse forme – rotonda, ad anello, a bastoncino – e in superficie presenta una colorazione che varia dal giallo oro all’arancione, tanto più intenso quanto più il prodotto è maturo. Il formaggio è prodotto senza l’aggiunta di caglio, coloranti, aromi e stabilizzanti, e contiene un allergene, il quark, ricavato da latte vaccino.

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