Biciterapia

Curare il diabete con la bicicletta. Ne abbiamo parlato con Mila Brollo a Mesagne e in un evento a Otranto.

Cos’è il diabete

Il diabete (mellito) è una malattia cronica caratterizzata da un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, che viene a sua volta causata da una carenza (assoluta o relativa) di insulina nell’organismo umano, o da un’alterata funzionalità dell’insulina stessa. L’insulina è un ormone che, stimolando l’assunzione del glucosio nelle cellule muscolari e adipose, ne diminuisce la concentrazione nel sangue.
Esistono di diversi tipi:
– il diabete di tipo 1, che si presenta con una distruzione delle cellule pancreatiche che sono le responsabili della secrezione dell’insulina;
– il diabete di tipo 2  (90-95% dei casi), dove invece vi è riduzione della secrezione dell’insulina e lo sviluppo di una resistenza all’azione stessa dell’insulina. I livelli di glucosio del sangue del diabetico sono sempre elevati e questa patologia può condurre a problemi alla circolazione (arteriosclerosi, ovvero formazione di placche lipidiche nel lume dei vasi), al sistema nervoso (perdita di sensibilità alle estremità) e aumentare il rischio di sviluppare patologie come infarti e ischemie. Il diabete tipo 2 inizialmente parte con una maggior resistenza all’insulina da parte delle cellule. Questo comporta una iperproduzione di insulina per compensazione per diversi anni. Alla fine se la persona non è aiutata terapeuticamente si ha un progressivo esaurimento delle cellule pancreatiche che producono insulina per cui il paziente sarà costretto a introdurre insulina e rientrerà come condizione clinica nei pazienti affetti da diabete 1.
– il diabete gestazionale: durante la gravidanza, si modifica la produzione di numerosi ormoni e avvengono dei cambiamenti, come l’aumento di peso, che possono causare una ridotta risposta delle cellule dell’organismo all’insulina. Il diabete gestazionale può aumentare il rischio di sviluppare problemi di salute nel feto (aborto precoce e malformazioni congenite). Per la gestante aumenta del 30% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 nel corso della vita. Il rischio di sviluppare questi problemi può essere ridotto se la diagnosi di diabete è precoce e se la malattia viene gestita in modo adeguato.
– si può infine definire una condizione di pre-diabete, dove i livelli di glucosio nel sangue sono più alti della norma in modo costante, anche se non raggiungono livelli tali da includere la persona nel novero dei diabetici. Fondamentale è il monitoraggio del pre-diabete perché se controllata questa condizione allontana di moto i rischi di un diabete cronico.

I dati ISTAT sul diabete in Italia e in Puglia

Le persone con diabete nel nostro Paese sono più di 3 milioni e mezzo, con una crescita del 60% dal 2000 al 2019. In questo periodo i diabetici sono passati dal 3,8% della popolazione al 5,8%. Una tendenza che trova riscontro a livello europeo. Tra il 2008 e il 2014 il numero di cittadini europei con diabete è cresciuto di 4,6 milioni, ovvero del 28% in sei anni. Il quadro è tracciato nell’Italian Diabetes Barometer Report, realizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, in collaborazione con Istat e Coresearch.
Per quanto riguarda la mortalità, le regioni del Sud hanno dati peggiori rispetto a quelle del Nord. Per esempio in Piemonte i decessi per diabete rappresentano il 2,9% dei decessi totali, una percentuale inferiore alla media nazionale che si attesta al 3,5%, mentre in Puglia, la media regionale è 4,6%.
(fonte https://medicoepaziente.it/2021/diabete-in-italia-una-crescita-del-60-per-cento-in-ventanni/ )

bici e diabete

Secondo il rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità, il diabete in Italia influenza negativamente la spesa sanitaria nazionale, gravando sul sistema sanitario per 1.703 milioni di euro all’anno, mostrandosi come la patologia che più di tutte incide sul SSN, più di tutte le altre messe assieme (vedere il grafico qui sotto). Sempre l’Istat mostra come l’incidenza della patologia sia più che raddoppiata in 30 anni.

Tasso di mortalità per diabete nelle regioni in italiane. Nel meridione ci sono tassi a volte doppi rispetto alle regioni del Nord Italia.

Da questi dati si può notare come sia fondamentale applicare una strategia che porti a ridurre l’incidenza della malattia e i suoi costi e la comunità scientifica è concorde nel definire l’attività fisica come il farmaco principale per ridurre gli effetti della malattia conclamata sia come mezzo preventivo in persone affette da pre-diabete.

I consigli dell’American Diabetes Association

La bici si presta a essere utilizzata come strumento per il trattamento delle condizioni di diabete e di pre-diabete, poiché si tratta di un’attività aerobica, permette di modulare l’intensità ed è anche un’attività a scarso impatto articolare, per cui può essere utilizzata anche da persone in sovrappeso.

Le linee guida ufficiali (“Physical Activity/Exercise and Diabetes: A Position Statement of the American Diabetes Association”) parlano di almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica moderata. E’ stato visto che l’attività fisica in bicicletta migliora la sensibilità all’insulina, migliorando la gestione del glucosio nel sangue. Si consigliano quindi almeno 30 minuti di pedalata al giorno a intensità moderata, ovvero riuscendo a mantenere una conversazione senza avere la sensazione di fiato corto.

In viaggio alla ricerca di equilibrio

L’incontro dei Cicloamici con Mila Brollo autrice del libro Biciterapia.

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Mila Brollo vive a Gemona del Friuli (Ud). Lavora come tecnico della riabilitazione psichiatrica in Azienda Sanitaria, insegna a contratto all’università di Trieste e si occupa di formazione in enti pubblici e privati. È pedagogista e counselor. Ha una bella famiglia, ama l’arte, ha il diabete di tipo 2, non è una ciclista abituale ma ha compiuto la bella impresa che racconta nel libro.

Efficace la presentazione che fa di se stessa Mila Brollo sul sito di Ediciclo. Mila ha incontrato i cicloamici il 22 maggio 2018

Hai il diabete? Pedala. Hai ciccia? Pedala. Hai ansia? Pedala. Hai voglia di vedere il mondo? Pedala. Bene, ho tutte queste cose e dunque, pedalo… Ho 58 anni, sono malaticcia e sovrappeso, ma bella viva e vivace. Ho il diabete di tipo 2 e mi sento in colpa per averlo. Non ho pensato al mio corpo per tutta una vita. Lavoro in psichiatria e ogni giorno mi accorgo che dovrei avere più coraggio e mi sento in colpa per quel che non ho fatto. Lavoro con i temi che riguardano “gli ultimi” e tante volte, il mio sentirmi piccola, mi ha paralizzato. Mi sento in colpa per le ripetute, vigliacche omissioni che pratico. Parto per un viaggio in solitaria da Gemona del Friuli a Lampedusa. 2000 km in e-bike: sara un viaggio sorprendente. La mia eta, la condizione fisica, gli incontri con centinaia di persone segnate dal disturbo mentale, e infine l arrivo a Lampedusa, isola straordinaria per bellezza, accoglienza, pietas. Lungo la strada cercherò di perdonarmi, cucendo e unendo i margini delle mie reti e delle mie ferite. Sara una biciterapia.

Sotto le foto della presentazione del libro di Mila Brollo organizzato dai Cicloamici in collaborazione con la libreria “Lettera 22” a Mesagne. L’evento è del 22 maggio 2018.

Biciterapia Il libro di Mila Brollo

  • PAGINE: 208
  • FORMATO: 13×20 cm
  • LINGUA: Italiano
  • RILEGATURA: Brossura filo refe
  • PRIMA EDIZIONE: aprile 2017
  • ISBN: 9788865492215
  • COLLANA: Biblioteca del ciclista

L’evento del 3 e 4 settembre a Otranto

L’associazione “Uniti verso un nuovo domani” ha organizzato il 3 settembre un evento di sensibilizzazione sulla prevenzione e cura del diabete. In questo ambito si è parlato di sport e diabete.

Pedalare a diversi livelli di intensità

L’esercizio quotidiano ma moderato risulta a volte non praticabile, sopratutto a quei diabetici ancora in età attiva nel mondo del lavoro che non riesce a dedicare troppo tempo all’esercizio fisico.
Per questo numerosi studi hanno valutato l’efficacia di un approccio più intensivo all’attività fisica. L’applicazione dell’HIIT (high intensity interval training) nella popolazione diabetica ha mostrato numerosi benefici. Si tratta di allenamenti della durata inferiore (anche di soli 10 minuti), nei quali si effettuano scatti a intensità elevata seguiti da fasi di recupero a pedalata più leggera. Uno studio (“The effects of high-intensity interval training on glucose regulation and insulin resistance: a meta-analysis”) ha dimostrato come l’allenamento a intervalli sia maggiormente benefico rispetto all’allenamento estensivo per il trattamento del diabete. L’allenamento a intervalli infatti produce una deplezione più rapida dell’ATP (la moneta energetica delle cellule), che comporta la duplicazioni degli organelli deputati alla produzione: i mitocondri. Una maggiore densità mitocondriale è sinonimo di maggior efficienza aerobica, che è uno dei fattori chiave per la salute, oltre al fatto che la possibilità di utilizzare lo zucchero come fonte energetica consente una migliore gestione dei livelli di glucosio nel sangue. In uno studio pilota (“Functional high-intensity exercise training ameliorates insulin resistance and cardiometabolic risk factors in type 2 diabetes”), dei soggetti diabetici sono stati sottoposti a un regime di allenamento HIIT di 6 settimane, con tre sedute a settimana da 8-20 minuti di durata ciascuna. Al termine dello studio i partecipanti mostravano miglioramenti sensibili in tutti i parametri vitali, tutti avevano completato il protocollo e non vi erano stati infortuni.

Il metodo intensivo/estensivo (da Bikeitalia)

Attenzione: le linee guida indicate sotto devono essere applicate solo dopo nulla osta alla pratica da parte di un medico e sotto stretta sorveglianza sanitaria. Ognuno si allena sotto la propria unica responsabilità.

Le linee guida per utilizzare la bici per il trattamento del diabete sono le seguenti:

  1. Il primo passo è sempre effettuare una visita medica per ottenere il nulla osta alla pratica sportiva in bici e valutare con il proprio medico l’interazione tra i farmaci assunti e lo sport da praticare;
  2. Una persona affetta da diabete, secondo le linee guida dell’American Diabetes Associacion, dovrebbe effettuare attività fisica tutti i giorni e non lasciare mai più di due giorni di pausa tra una sessione e l’altra (” Prevention or delay of type 2 diabetes”);
  3. Due giorni a settimana dovrebbero essere dedicati all’attività aerobica di tipo estensivo, con pedalate lunghe della durata di almeno mezz’ora e a ritmo blando (4-5/10 della scala di Borg). In questo modo si lavora sull’apparato cardiovascolare e muscolare;
  4. In alternativa si può introdurre una sessione di allenamento ad alta intensità a intervalli, sempre sotto consiglio e supervisione medica. Un protocollo è quello proposto dal prof.Ulrik Wisloff di Oslo, detto anche “Norwegian way”. Si tratta di un allenamento di 20 minuti in cui si effettuano 3 minuti di riscaldamento, uno scatto di 4 minuti a intensità 6/10 della Scala di Borg, si recupera a pedalata libera per 3 minuti (intensità 3/10) e si ripete per 2-3 volte, terminando con un defaticamento a pedalata libera di 2 minuti;
  5. E’ importante ricordare che per un paziente diabetico l’attività fisica aerobica non è sufficiente, poiché questa patologia ha ininfluenza sulla degenerazione della forza muscolare (sarcopenia). Per questo è importante, per il diabetico, includere 2 sessioni di allenamento della forza a settimana, che impegnino i più importanti gruppi muscolari. Le linee guida indicano di includere almeno 6-8 esercizi di forza (a corpo libero o alle macchine), con 1-3 serie da 10 ripetizioni ciascuna, con almeno 2-3 minuti di recupero tra le serie.

Per questo è importante sottolineare che l’attività fisica deve diventare parte integrante della vita del diabetico. All’inizio è bene cominciare con 2 pedalate a settimana, passando poi ad almeno 3-4 a settimana per almeno 4-8 settimane (in base alla propria forma fisica di partenza). In questo modo si crea la base di forma fisica, detta adattamento anatomico, sulla quale poi andare a lavorare con l’HIIT e l’allenamento della forza. In ogni caso, soprattutto all’inizio, se ci si sente bene è meglio aggiungere una seduta in più a settimana piuttosto che aumentare la durata o l’intensità di quelle già programmate, poiché all’inizio è meglio imparare ad allenarsi frequentemente e solo dopo è bene allenarsi più duramente.

Servizio televisivo su Telerama

Telerama dedica un servizio all’evento organizzato da Samuele Rampino dell’associazione “Uniti verso un nuovo domani”

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