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San Biagio e la via dei Colli

 

 

 

I cicloamici e Ruotalibera Bari esplorano i dintorni Nord Ovest di Ostuni

 

L'arma segreta del capogita

L'escursione era cominciata male. I cicloamici, deboli come al solito in aritmetica, si erano presentati all'appuntamento con 14 biciclette, 14 ciclisti e 2 macchine  per imbarcare tutto. Frustrato da tale insufficienza in matematica il ciclocaporedattore era in preda ad una crisi di nervi. Forature, bici in panne e cali glicemici rendevano la situazione più drammatica. Ma la magica capogita ha risolto brillantemente la situazione tirando fuori al momento giusto un'arma segreta.

a cura di Angela (capogita)

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L’escursione “Bianca Ostuni per un bianco Natale”, nonostante tutto, è stata un successo.

Il sole, riapparso dopo giorni di pioggia, la necessità di smaltire il lauto pranzo natalizio e l’aria di festa del ponte natalizio hanno garantito una folta partecipazione all’iniziativa, vi hanno partecipato, infatti, ben 19 cicloamici e altrettanti iscritti a Ruotalibera Bari.

Era la prima volta che le 2 associazioni FIAB organizzavano un escursione insieme, Come se la sarebbero cavata i giovani e inesperti cicloamici nel confronto con i più maturi e organizzati cicloescursionisti di Ruotalibera? Sarebbero riusciti almeno a salvare la faccia?

Angela, la capogita ben conscia di quanto sarebbe stato arduo raccordare le 2 associazioni portatrici di stili molto diversi aveva pensato bene di procurarsi un’arma segreta che potesse servire a raddolcire gli animi nel caso in cui la situazione dovesse precipitare.

Il gruppo di Ruotalibera è giunto a Cisternino alle 10,30 come previsto dal programma, Angela annuncia in sordina il ritardo dei cicloamici che sopraggiungeranno dopo circa mezzora.

All’arrivo il ciclocaporedattore, costernato per il ritardo e consapevole che per i suoi compagni non c’è possibilità di redenzione tenta di salvare almeno se stesso confessando al leader spirituale dei cicloturisti pugliesi di essere pronto ad abbandonare i Cicloamici per iscriversi a Ruotalibera, ma il buon Lello, a sorpresa, assolve lui e i cicloamici e finalmente si parte. 

Da questo punto in poi nulla è andato secondo il programma, anzi a pensarci bene non c’era nessun programma, dei tradizionali fogli distribuiti ai partecipanti delle uscite di Ruotalibera con tanto di tappe e di orari, neppure l’ombra. L’itinerario, poi, era stato preparato “all’impronta”, nel senso che una pomeriggio molto piovoso il caporedattore e 3 cicloamici erano andati in avanscoperta a esplorare il percorso lasciando “l’impronta” dei loro spostamenti sul GPS del capo.

Appena fuori Cisternino ci si accorge che Paolo aveva avuto dei problemi alla catena, lo staff tecnico dei cicloamici si mobilita per risolvere il problema mentre il nutrizionista del gruppo ne approfitta per fare un primo spuntino di metà mattinata, Marco lo imita.

Arrivati a Casalini si decide di fare una breve sosta, per raccogliere il gruppo prima di proseguire per Acquarossa. Marco ha affrontato alacremente le salite del percorso ma il suo stomaco reclama il sangue necessario a digerire il paninozzo e lo manda in crisi ipoglicemica!!

Alla luce dell’accaduto invito il ciclomedico a pubblicare sul sito un decalogo di cose da fare e non fare quando si va in bici, in modo che più che il suo esempio i cicloamici possano seguire le sue prescrizioni.

Per impiegare utilmente il tempo , mentre Marco si rimette in sesto, si fa qualche foto di gruppo. Quando finalmente si inforcano le bici per ripartire ci si accorge che la bici che aveva fatto bella mostra di se nelle foto era forata. La capo gita ritiene che sia oramai giunto il momento di far ricorso all’arma segreta prima che la situazioni precipiti irrimediabilmente, e sfoderato il contenitore dalla borsa comincia a offrire “L purcdduz” che si era fatta preparare dalla mamma. 

Foto: la capogita tira fuori i purcidduzzi preparati dalla mamma la sera prima rianimando il morale dei sfortunati cicloturisti

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Come previsto, l’espediente serve ad addolcire gli animi: invece di far notare il mostruoso ritardo Lello esordisce dicendo che queste pause servono a rinsaldare le relazioni sociali, e dopo aver assaggiato dei dolci Mesagnesi, propone di organizzare più spesso uscite dalle parti di Mesagne. 

Finalmente si arriva a San Biagio che sarà l’unica tappa di questa escursione, la bellezza dei luoghi, il panorama mozza fiato e la luce tersa e diffusa ripagano i cicloescursionisti della fatica e delle disavventure della giornata. 

Foto: gli amici di Ruotalibera di Bari costretti dai cicloamici a scendere di sella e percorrere strade sterrate e sconnesse

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Giunti all’eremo di San Biagio Valeria stende la tradizionale tovaglia su cui si sparpagliano le leccornie che sono il pezzo forte delle uscite di Ruotalibera e quando Lello grida “Cicloabbuffiamoci” il gruppo si abbandona alla goliardia conviviale. Angela tira fuori i suoi schemi ed espone quanto aveva appreso dal sito www.lacittabianca.it , solo Maria Nigo, estasiata dai luoghi, sente il bisogno di visitare la chiesa rupestre il resto della compagnia è già sazia del panorama. 

 

Senza troppi rimpianti per quello che non si è potuto vedere il gruppo di Ruotalibera decide di tornare velocemente a Locorotondo per non perdere il treno, mentre i Cicloamici proseguiono per Cisternino passando per Specchia.

Nonostante le difficoltà l’incontro di 2 associazioni tanto diverse si è rivelato stimolante e portatore di nuove idee e iniziative. Lello Sforza, ha intrapreso trattative segrete per partecipare alle uscite dei Cicloamici, pur di scoprire i sentieri inesplorati della Murgia dei trulli e del brindisino Lello è addirittura disposto a venire a Mesagne in MACCHINA!! (Ah! Se lo sentisse Antonello!!). Invece, il caporedattore, per indurre alla disciplina i suoi Cicloamici medita la possibilità di ricorrere al treno per le uscite fuori Mesagne. 

Appena i 2 gruppi si dividono i Cicloamici affrontano un tratto di sterrato con salite e discese abbastanza impervio, sebbene il panorama  sia bellissimo si eleva spontanea qualche imprecazione.

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Foto: i cicloamici, lasciati soli imboccano le solite sterrate e si concedono la ciclopausa "toilette": trullo a destra maschietti, trullo a sinistra femminucce

Arrivati a Specchia Antonio comincia a snocciolare solo qualche chicca tratta dal succulento libro sui trulli che sta leggendo. Quello che ci ha raccontato era solo un’introduzione mentre per renderci edotti sui trulli ci vorranno varie uscite nella Valle d’Itria. 

Alle 17 i Cicloamici si ritrovano a Cisternino per ritornare a casa, con gli occhi pieni di panorami incantevoli, i polmoni saturi di aria buona, la pelle tonificata dall’aria fresca e pungente, la mente sgombra dai pensieri e lo stomaco pieno di leccornie per ciclisti abbastanza per attendere la prossima avventura sereni e soddisfatti.

 

 

 

 

 

 

      Bianca Ostuni per un Bianco Natale     

Breve presentazione del percorso

Si tratta di un percorso cicloturistico per valorizzare la bellezza della zona tra Cisternino e Ostuni, nel cuore della Murgia dei Trulli.

Abbiamo attraversato un paesaggio incantato tra Trulli, costruzioni a Pignon, muretti a secco, terrazzamenti, querce tinte di rosso e giallo, uliveti secolari e vitigni ad alberello.

Tappa particolarmente significativa del percorso è il santuario di S. Biagio in Rialbo risalente al XII. Il luogo era un insediamento monastico.

Per raggiungere San Biagio è stata percorsa la cosiddetta via dei Colli, un percorso sul dorso della dorsale delle murge con vedute mozzafiato della costa e del mare.

Peccato che la via dei colli sia stata iniziata ma non ultimata. Ma con un poco di ricerche, i cicloamici hanno individuato e raccordato una serie di pittoresche stradine che dalla via dei colli consentono di giungere a Casalini, Cisternino, Fasano.

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San Biagio In Rialbo

Tra gli anfratti delle Murge ostunesi, lungo la strada detta dei Colli, si trova l'antica chiesa rupestre di S. Biagio. Il santuario di S. Biagio costituisce uno degli esempi più interessanti di insediamento monastico lungo tutta l'area delle Murge Meridionali e testimonia dell'influenza dell'oriente bizantino sulla Puglia lungo i secoli che vanno dal IX all'XI. 

Meta ogni anno di pellegrinaggio da parte dei devoti che il 3 febbraio, per devozione, si recano a rendere omaggio al santo patrono della città di Ostuni. 

Le origini della chiesa, laura cenobitica basiliana, e del modesto complesso abitativo adiacente, sede dell'oblato (o custode) fino agli inizi del nostro secolo, collocato di fronte alla chiesa, risalgono al XII secolo e diverse pergamene lo stanno ad attestare in modo inconfutabile. 

I primi ad abitare nel basso medioevo il piccolo insediamento di S. Biagio in Rialbo furono alcuni oblati basiliani che dai vescovi di Ostuni ottennero i terreni circostanti, gli animali ed il sostegno economico per intraprendere le loro attività. La città di Ostuni, che riconosce in San Biagio il primo patrono della città e che lo venera da tempo immemorabile, da sempre ha contribuito alle spese relative alla conservazione del monumentale complesso e a provvedere al mantenimento degli oblati addetti alla custodia della chiesa. 

Il romitorio è formato da una modesta chiesetta in stile romanico addossata ad una cavità rocciosa (parte ipogea) dove fino a pochi anni fa si scorgevano tracce di affreschi alto medievali riconducibili alla presenza dei monaci basiliani. All'interno della chiesa si ammira l'altare in pietra gentile in stile barocco con la statua di S. Biagio, opera dello scultore ostunese Giuseppe Greco a cui fu commissionata dall'arcidiacono Carlo Petraroli nel 1780 circa; all'esterno invece si trovano modesti corpi di fabbrica tra cui una stanza situata sul lato sinistro della chiesa e di fronte al sacro edificio l'antica dimora dell'oblato, formata attualmente soltanto da due superstiti stanze con all'esterno due pozzi scavati nella roccia e alimentati da un acquedotto ben visibile all'esterno lungo il crinale della fascia pedemontana perché tutto realizzato in superficie tra le rocce.

Il cortile, situato al centro dei vari ambienti ora descritti, è ancora oggi protetto da muro frangivento. All'esterno dell'insediamento monastico si trova una ampia zona di macchia mediterranea incontaminata con altre forme di insediamento medievali rappresentate da antichi "acquari" lungo i tratturi di accesso che ancora conservano le forme tradizionali impresse dai loro artefici.

Numerosi muretti a secco di epoca remota sono ugualmente visibili in diversi punti e rendono ancora più suggestivo il paesaggio circostante interessato, tra l'altro, da una grava di enormi dimensioni considerata dagli speleologi la più grande cavità sotterranea esistente in Puglia. Dal santuario si osserva la piana degli uliveti che copre interamente tutta l'area compresa tra Ostuni e il mare. Diverse masserie, alcune ricordate in epoca medievale, si ritrovano sia sull'area collinare sia nella piana circostante e formano un unicum di eccezionale interesse paesaggistico e naturale.

Informazioni tratte da: http://www.lacittabianca.it interessante sito pieno di notizie storiche su Ostuni e il suo territorio

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Foto: capogita (di spalle) illustra la storia del santuario di San Biagio, la bellezza del posto si illustra da se

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Foto: il saluto degli amici di ruotalibera Bari, che prendono la strada più veloce per tornare al treno

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Foto: contrada Specchia un magico assembramento di trulli, il ciclocaporedattore introduce brevemente i cicloamici alla storia e alla tecnica dei trulli

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