Nel microcosmo in bici

Escursioni naturalistiche su due ruote: la farfalla Macaone

Quante volte i cicloesploratori hanno pedalato in assolate strade di campagna, con il sole altissimo, le piante immobili e un ronzìo perenne e indistinto che li avvolge? Quante volte una farfalla sconosciuta ha sfidato le loro facce con un volo temerario? Tra boschi, muretti a secco, spazi di gariga e macchia mediterranea, lungo le strade sterrate e soleggiate, vive un mondo che non si vede. Piccoli animali compiono lunghi e complessi cicli vitali nell’anonimato e con la mimetica protezione del verde, il colore della natura.

Conoscere questo mondo non è affatto indispensabile per vivere. E’ un’occasione per estendere gli spazi del nostro rispetto per la natura,  conoscere segreti rivelatori di un mondo meraviglioso.

Sotto una foglia di ortica o di rovo, tra le minute foglioline del lentisco, tra i rami del finocchio selvatico, tra le spine del cardo, uova invisibili a tutti danno vita a migliaia di creature minuscole e dai colori discreti e talvolta eccentrici, ciascuna con un immutabile progetto di vita e, forse, con un’anima. Questo è da sapere perché talvolta strappare distrattamente un fascio d’erba o eliminarla senza motivi e con le pratiche più disparate, può causare un piccolo olocausto in una ignara popolazione di minuscole creature, sicuramente innocenti, che si avviano alla vita con i nostri stessi diritti.

Foto 1, 2, 3

Da aprile a settembre un’osservazione attenta del finocchio selvatico (1), o di altre piante ombrellifere, mette in luce delle piccole perle, di un giallo intenso, saldamente ancorate alle sottilissime foglie esterne (2), dal diametro di poco inferiore al millimetro. Sono le uova della più maestosa e bella tra le nostre farfalle, il Macaone (Papilio machaon). Si tratta di un lepidottero diffuso, facilmente visibile anche nelle vicinanze delle abitazioni rurali e che, qualche volta, sfida l’ambiente urbano.

La farfalla depone le uova singolarmente, affidandone solo quattro o cinque alla medesima pianta: i predatori sono in agguato e una deposizione a grappolo sarebbe verosimilmente una grave minaccia per la sopravvivenza della futura prole. Otto, dieci giorni e la gemma gialla diventerà nera: un bruchino scuro e dal sesso indefinibile, lungo appena due millimetri, romperà il guscio e se ne ciberà.

Una sola sarà l’attività della sua vita: mangiare. Lentamente divorerà le foglie del finocchio, crescerà e attraverserà quattro stadi vitali, diversi per dimensione dell’animale e colorazione. Al secondo stadio avrà le tonalità del nero, dell’arancio e del bianco (3). Con il passare dei giorni diventerà un meraviglioso bruco di sei centimetri dai colori vivissimi (4, 5).

Foto 4, 5, 6

Concluso il quarto stadio il suo verde acceso inizierà a impallidirsi, smetterà di mangiare e cercherà un luogo idoneo per iniziare la ninfosi (6): un processo magico che dura poche ore e durante il quale il bruco abbandona la sua pelle e diventa una crisalide verde chiaro.

In natura è possibile raramente osservare le crisalidi tra i più robusti rami del finocchio o chissà dove attorno alla pianta nutrice. Trovarle è operazione difficilissima e possono trascorrere anni di osservazione senza rinvenirne alcuna. Balza agli occhi il loro colore verde delicato, punteggiato di giallo (7) ma anche grigio o grigio-biancastro; se toccate compiono movimenti a scatto mostrando tutta la loro vitalità. Due settimane o poco più e anch’esse muteranno colore: saranno visibili in trasparenza le ali della nostra meravigliosa farfalla (8).

Foto 7, 8, 9

Lo sfarfallamento è uno spettacolo unico: ogni bambino dovrebbe osservarlo per comprendere il complicato e delicatissimo processo che si nasconde dietro a una farfalla che vola tra i campi.

La creatura avrà colori accesi: giallo, nero, azzurro e rosso arancio e impiegherà qualche ora per distendere le ali (9). Avrà tre compiti: cibarsi, riprodursi, morire.  Se non sarà predata, se non incontrerà la mano dell’uomo, se un parassita non la ucciderà nella sua vita da bruco, porterà a termine la sua missione: deporre le uova  e riattivare il ciclo vitale.

In settembre-ottobre le ultime crisalidi affronteranno l’inverno in diapausa fino ai primi caldi primaverili quando il ciclo ricomincerà.

Questa farfalla è stata classificata da Linneo nel 1758 e il naturalista svedese ha scelto per la nomenclatura della specie un importante personaggio epico, Macaone figlio di Asclepio, medico come il padre.
Macaone ha combattuto nell’esercito di Agamennone con il fratello Podalirio, anch’egli medico espertissimo. Ha ferito finanche il serissimo Ettore, ha curato le ferite del re Menelao e, secondo Omero, è stato un combattente “bellicoso” (Iliade, libro XI, v. 681).
E’ stato tra i guerrieri nascosti nel cavallo di Troia. La stupenda amazzone Pentesilea, alleata del re Priamo, lo ha ucciso e a sua volta è stata uccisa dal grande Achille (che si innamorò del suo corpo morto).
Il fratello di Macaone, Podalirio, dà il nome della specie a un’altra tra le più belle farfalle della nostra terra.
Linneo ha scelto questi fratelli, Macaone e Podalirio, per nominare le più belle farfalle nostre: Papilio machaon e Iphiclides podalirius, volgarmente giudicate simili. Ificle era il gemello di Ercole, un’altra storia bellissima.

Alla vista dei bruchi, non sempre amati dai più, si può manifestare ai nostri occhi un mondo naturale meraviglioso ma può rivivere anche tutta l’epica classica, qualche volta.

Le foto 📷
Foto realizzate nei terreni circostanti la Masseria Sant’Elmi (Latiano: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 9) e in laboratorio alle due crisalidi (Brindisi: 7, 8).

Prossime ciclocronache nel microcosmo 🦋🐛
– Bosco delle Pianelle, Martina Franca: la vita segreta dell’insetto stecco
(Bacillus rossius)
Bosco Scaracci, Latiano: faccia a faccia con il gufo (Asio otus) e lo sparviere (Accipiter nisus)
– Masseria Sant’Elmi, Latiano: farfalle femministe (Neoipparchia statilinus)
Bosco Scaracci, Latiano: la magia dell’epica in un ragno (Aculepeira armida)

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