La grande bellezza

Domenica 10 settembre ore 10 escursione da Gorgognolo a Santa Lucia, Ostuni

L’evento e le motivazioni

Domenica 10 settembre piccolo viaggio di conoscenza della grande bellezza della costa e delle dune di Ostuni da Gorgognolo a Santa Lucia. Una passeggiata in punta di piedi dove ad illustrarci questa bellezza, fragile quanto delicata, generata dall’incontro tra il mare e la terra, ci saranno esperti botanici, naturalisti, biologi e geologi marini tra cui il prof. Piero Medagli dell’Università del Salento, il prof. Giuseppe Mastronuzzi, il prof. Mario Parise e la prof.ssa Serena Liso dell’Universita di Bari.
L’iniziativa è organizzata dal Libero Comitato per la Salvaguardia della Costa di Ostuni, le associazioni GEOS, Italia Nostra sez. Messapia dì Ostuni, Comunità Laudato si Ostuni, Circolo Pablo Neruda, Coop Gaia Tour, Lamia Santolina, Lu Scupariedd, FIAB Brindisi, Cicloamici FIAB Mesagne, Associazione Italiana Architettura del Paesaggio e il Forum della Società Civile di Ostuni.


La fotocronaca della manifestazione

Dopo la manifestazione la regione pensa a modificare la legge

Note tecniche sull’escursione

🍂 Raduno e partenza:

Raduno ore 10 sulla via di accesso alla località balneare Gorgognolo/Ostuni segnalata sulla complanare.

Partenza ore 10,00 dal parcheggio di Gorgognolo e rientro alle ore 12,30.
Si raccomanda di indossare scarpe comode e cappellino.

https://maps.google.com/?q=40.780827,17.627346
🍂 Rientro: percorso ad anello con rientro entro le ore 12:30 ,
🍂 Percorso : lunghezza circa 6Km prevalentemente lidi rocciosi e sabbiosi e su strade sterrate.
🍂 Dotazioni consigliate: Scarpe da trekking o da ginnastica. Zainetto a spalla contenente: acqua 1 litro almeno, giubbotto antipioggia, costume da bagno e asciugamano per chi vuole tuffarsi nei lidi balneabili.
🍂 Costo. la partecipazione è gratuita

🍂 Info e capogita: Gianfranco Ciola mobile 3495340439, info@cicloamici.it

La Villa della Baronessa Incalzi

Il Fiume Incalzi a Gorgognolo

di Fabrizio Costa con approfondimenti storici e indagine sui toponimi

In generale il territorio ostunese è caratterizzato da precipitazioni poco abbondanti e assenza di corsi d’acqua per il carattere carsico del terreno, la presenza dunque di fonti sorgive ha rappresentato nella storia degli insediamenti ostunesi una ricchezza da custodire e sfruttare, probabilmente è anche per questo motivo che esiste una numerosa serie di nomi assegnati a località associati all’acqua o per la vicinanza di sorgenti o per caratteristiche del suolo che favorivano la permanenza delle acque piovane in superficie. Un esempio è la contrada Gorgole limitrofa all’insediamento urbano, il cui nome deriva dal termine latino gurges-gurgitis con significato di pantano. La località, infatti, in prossimità della masseria Gorgole, ora detta Pignataro, è contrassegnata da un avvallamento del terreno che facilita il ristagno delle acque dopo piogge abbondanti.

Al vocabolo latino si riallaccia anche la contrada della marina Gorgognolo da gurges niger riferibile alla colorazione scura propria di quelle acque, probabilmente scaturite da alcune polle resorgive, molto diffuse lungo tutto il litorale. Queste sorgenti di acqua dolce poste in prossimità di insenature e spiagge, venivano considerate “miracolose” per il loro prodigioso affiorare vicino alle acque salmastre e per avere proprietà curative essendo ricche di potassio. Contrada Gorgognolo è caratterizzata dalla presenza del fiume Incalza, “jùme de Ngalza”, prende il nome dai proprietari del terreno in cui questo corso d’acqua scorre.
Il fiume di Gorgognolo nel passato ricadeva nel vasto patrimonio goduto dai Frati Minori Conventuali di San Francesco che nel 1609 fittarono a Mario Petrarolo la masseria di terre con arbori e fiume e tutto quanto tiene in loco de Gorgognolo, vicino il lido del mare… nelle quali possa seminare… e far pescare in detto fiume o affittarlo ad altri (A.S.B., Notaio Giacomo Spennati, 1609, c. 18v). Si tratta, dunque, di un ampio bacino di acque dolci che scaturiscono da numerose polle risorgive in diretto collegamento con il mare, utilizzate, forse già dall’età romana per la pesca di anguille e di cefali oltre che per la macerazione del lino. L’attività della pesca si è protratta fino in tempi recenti, dai racconti che si possono raccogliere, in occasione delle festività natalizie i proprietari della villa Incalzi invitavano i braccianti e i massari del circondario procedendo alla pesca dei cefali e alla loro consumazione.

La via del Procaccia

Esiste in particolare sul territorio tra Gorgognolo e Lamaforca un itinerario collegato ad una antica via, la “Via del Procaccia” ovvero l’antica strada dei messi postali che viene proposta come una importante direttrice per l’escursionismo naturalistico a piedi e in bicicletta. Nell’ottocento la Via del Procaccia era un itinerario costiero e via postale continuo lungo le belle coste di Monopoli, Fasano, Carovigno e Ostuni. Il Procaccia non era che il corriere deputato a trasportare posta e pacchi. Una strada che meriterebbe di essere segnalata per potersi come di incanto trasformare in un meraviglioso percorso escursionistico e cicloturistico. I cicloamici e l’associazione FIAB Ostuni Globuli rossi al proposito hanno mandato una memoria di modifica al piano regionale della mobilità ciclabile (PRMC) affinchè la Via del Procaccia possa essere inclusa nel PRMAC.

Paesaggi e suggestioni dal satellite

(riprese dal drone di Sara e Antonio Licciulli)
un click per immagine a tutta pagina, 2 cliick per la massima risoluzione.

Lama e grotta di Santa Lucia

Lama Santa Lucia ha inizio come corso d’acqua dalla contrada “Grottone”, prosegue attraverso le contrade “Cesaresei” e “Refrigerio” e raggiunge la contrada “Santa Lucia” nei pressi della SS 379. Qui ha inizio la vera e propria lama che poi raggiunge il mare Adriatico e termina sulla spiaggia Santa Lucia, erroneamente chiamata Costa Merlata.
Nella lama Santa Lucia l’omonima grotta e insediamento rupestre con lo stupendo affresco della Santa.

Torre Pozzelle

L’area intorno a Torre Pozzelle su ci si svolge l’escursione è una sorta di oasi verde, la flora serba grande biodiversità. Troviamo i ginepri in forma arborea alti fino a 5metri. La torre cinquecentesca appartenente al sistema delle fortificazioni litoranee aragonesi è diroccata. Ma anche per questo bella e suggestiva presentando uno spaccato degli strati e della volta. L’area è caratterizzata da una serie di lame che solcano i campi (La ma Pozzelle, lama Montanaro, lama Santa Lucia). Le lame confluiscono al mare originando lidi sabbiosi che rompono la continuità della costa rocciosa (falesia). Torre Pozzelle e il Bosco Montanaro sono un Sito di Interesse Regionale (SIR) di 538 ettari.

Lama e bosco Montanaro

estratte da un testo di Gianfranco Ciola apparso in“Fiumi carsici, scrigno di storia e natura, 2016, BBC Ostuni”)
La lama e il bosco Montanaro sono adiacenti a Lama e Torre Pozzelle. Lungo il solco carsico è possibile osservare una successione di elementi vegetali sempre più alti e folti, dapprima erbacei, poi arbustivi e infine arborei, passando dalle specie pioniere della linea di costa a quelle della macchia e del bosco. La lama Montanaro ospita il bosco monofitico a ginepro fenicio e coccolone (Juniperus phoenicea subsp. turbinata e J. oxycedrus subsp. macrocarpa). Per la sua estensione, pari a circa 6 ettari, e per l’imponenza dei ginepri arborei presenti, alti 4-5 metri, può essere considerato tra i boschi di ginepri più estesi del litorale adriatico. Lama Montanaro nel suo ultimo tratto è occupata da uno stagno permanente alimentato da polle sorgive. Si trova qui la Cannuccia di palude (Phragmites australis), Limonio comune (Limonium serotinum), Limonio virgato (Limonium virgatum). Ai bordi dello stagno troviamo il Giunco marittimo (Juncus maritimus).

Note storiche su lama montanaro
(estratte da un testo di Enza Aursicchio)
Lama Montanaro era precedentemente denominata Lama Tonsula e apparteneva alla famiglia Boezio, fu venduta nel 1774 al Monte, ovvero all’istituzione benefica fondata a Locorotondo da Vitantonio Montanaro. Da quel momento inizia a essere indicata come Lama Montanaro. Così viene descritto il latifondo in un atto del 1783: una masseria … nella quale vi è un rivolo o sia fiume di buona estensione e un giardino contiguo, nel quale si framezza detto fiume, che attacca al ponte detto della rena, con dentro una fontana d’acqua dolce con acconcio riparo di fabbrica per uso di detto giardino e con lamia per comodo del giardiniere.”
Il tratto terminale della lama, caratterizzato da un consistente flusso d’acqua fino agli inizi del secolo scorso era utilizzato per macerare il lino, vegetale che aveva svariati usi. Oltre a fornire materiale pregiato per capi di abbigliamento pregiati, il lino possiede efficaci proprietà terapeutiche e fornisce farina e olio per l’alimentazione.

Lama Santa

(estratte da un testo di Gianfranco Ciola apparso in“Fiumi carsici, scrigno di storia e natura, 2016, BBC Ostuni”)
La lama solca i campi destinati a pascolo e seminativi nei pressi della omonima masseria. Il canale carsico riveste una notevole importanza dal punto di vista ecologico in quanto, contiene al suo interno specie vegetali appartenenti all’originario paesaggio, che nel piano di campagna circostante sono state sostituite, dalle coltivazioni. Per questa ragione una lama è un vero e proprio “corridoio” ecologico che offre rifugio e consente la mobilità della fauna legata a questi habitat. La macchia presente sugli spalti e sul fondo, costituisce rifugio per piccoli mammiferi. Sui bordi perimetrali della lama si riscontra una formazione a gariga costituita in gran parte da Timo (Thymus capitatus) mentre sulle pareti a consistenza tufacea cresce il Cappero (Capparis spinosa). La lama termina in corrispondenza di una caletta sabbiosa con uno stagno costiero alimentato da polle sorgive che si insinua tra due sponde rocciose coperte da una ricca e variegata vegetazione mediterranea dove è facile riscontrare il Limonio comune (Limonium serotinum), Limonio virgato (Limonium virgatum). Ai bordi dello stagno troviamo
il Giunco marittimo (Juncus maritimus).

Note storiche su lama santa (tratte da un testo di Enza Aursicchio) Principiando come un corso d’acqua naturale alle pendici del Monte Concezione il rigagnolo si allarga progressivamente in contrada Lamacavallo assumendo nuovamente andamento torrentizio nei terreni di contrada Lardagnano. Con questo
aspetto si inoltra nella piana olivetata formando un avvallamento nelle vicinanze della masseria Pontore (con significato di angolare). Di qui la lama si allunga con un
profilo tortuoso e serpeggiante, segnata da versanti che raggiungono in certi punti anche alcune decine di metri di altezza, fino al mare. Nel tratto finale le acque dolci potenziate da risorgive subacquee originano una breve zona umida. Questa lama registrata nella documentazione cartografica come Fosso del Puntore presenta numerose grotte utilizzate nel passato come ovili. Il toponimo Lamasanta, già presente in atti del XIV secolo designava soltanto i terreni circostanti lo
scoscendimento per la vicinanza con la chiesa di Santa Maria della Strada distrutta nel XVII sec. ma anche con la grotta di Santa Lucia, localizzata nella successiva Lama detta appunto di Santa Lucia



La Via del Procaccia nel Piano regionale della mobilità ciclistica

I Cicloamici FIAB Mesagne e l’associazione Globuli Rossi FIAB hanno inoltrato alla Regione Puglia una proposta per creare un percorso litoraneo (la Via Procaccia) tra il Comune di Ostuni e quello di Fasano. Il progetto è inteso per essere incorporato nel Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC).

Prima edizione dell’evento:luglio 2021

La prima edizione dell’evento per la tutela e salvaguardia dell’area naturalistica si è svolta il 18 luglio 2021. Le foto di sotto si riferiscono a quell’evento e all’incredibile acquazzone che colsei gli escursionisti.

Itinerario escursionistico tra Gorgognolo e Torre Pozzelle

La mappa e l’itinerario sono disponibili anche in google maps per visualizzarla aprite l’articolo, trovate la mappa in fondo alla pagina. Per localizzare la vostra posizione sull’itinerario, in alto a destro sulla mappa c’è un rettangolino. Premendo sul rettangolino si apre Google Maps con la mappa del trekking. Che sempre sia lodato Google Maps 😉

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