Un parco dell’Appia Antica in Provincia di Brindisi

Cicloamici, Comune di Mesagne e Consorzio ASI Brindisi hanno dato vita ad uno speciale evento dedicato all’Appia Antica in occasione del festival biennale “Culturare”

Un Parco per l’Appia a Brindisi

Come il Parco regionale dell’Appia antica a Roma rappresenta il punto di partenza, il tratto terminale del Cammino della Via Appia insieme con l’invaso e il parco del Cillarese ed il territorio agricolo circostante potrebbero formare un vero e proprio parco archeologico e naturalistico.
Il Parco di collocherebbe alla confluenza di 3 antiche direttrici: l’Appia Antica, la Vecchia Francavilla Brindisi e la Appia Traiana. Questa idea viene lanciata dall’associazione Cicloamici FIAB Mesagne e dal presidente della Provincia e sindaco di Mesagne Toni Matarrelli durante la manifestazione culturale e escursionistica del 24 Aprile a Mesagne.

L’associazione Cicloamici, in collaborazione con il Comune di Mesagne e con il Consorzio ASI Brindisi nell’ambito del festival biennale “Culturare” , hanno proposto un itinerario culturale in bicicletta alla scoperta di antiche strade tra Brindisi e Mesagne. L’itinerario è stato costruito sullo studio delle antiche carte geografiche che a partire dalla fine del XVI secolo hanno lasciato indizi ed elementi dei luoghi attraversati dalla Via Appia e da altri itinerari istmici utilizzati fino a metà ottocento. Sono state visitate masserie storiche e siti di interesse naturalistico ed in particolare l’Invaso del Cillarese.

Proponendo l’itinerario nel festival biennale “Culturare” si è inteso trasmettere un messaggio: non solo in bici ci si tiene in forma, non si inquina e si socializza ma si può fare ricerca e trasmissione di cultura. Quello che si apprende a pedali non si dimentica perchè l’apprendimento interessa tutti i sensi: la vista, l’olfatto, l’udito ed è scandito dal ritmo delle pedivelle.

Il presidente della Provincia Toni Matarrelli azionista del Consorzio ASI Brindisi si è impegnato a creare un tavolo di lavoro per riunire insieme i tecnici del Consorzio ASI e della Provincia per studiare la fattibilità di alcune ipotesi di collegamento tra l’itinerario Appia e l’area del Cillarese.

L’idea di un “Parco della Appia Antica” a Brindisi include e amplia l’attuale Parco del Cillarese estende l’area a tutto l’invaso. Il Parco sarebbe anche il punto di arrivo di un altra importante itinerario storico: la Via Appia Traiana.

Di seguito le foto dell’itinerario inedito che i cicloamici propongono alla comunità degli escursionisti e degli studiosi come ipotesi per il tratto terminale dell’Appia. Tappe imperdibili lungo l’itinerario tra Mesagne e Brindisi: Masseria Nuova, Masseria San Giorgio, masseria Masina, Masseria Cillarese, invaso e diga del Cillarese, Parco del Cillarese, seno di Ponente del porto di Brindisi, Colonne romane.

I cicloamici ed il Presidente della Provincia lanciano l’idea di un Parco della Via Appia in Provincia di Brindisi. A breve un icontro tra i funzionadi del Consorzio ASI di cui la Provincia di Brindisi è azionista.

Punto di arrivo dell’itinerario rimangono le Colonne romane: dal parco del cillarese alla scalinata delle Colonne Romane l’itinerario comprenderebbe il Centro Storico di Brindisi e una bella camminata sul Seno di Ponente del Porto di Brindisi. Raggiungere le Colonne Romane, punto terminale del Cammino dell’Appia secondo l’itinerario proposto e non come attualmente previsto dal centro commerciale e dalla periferia della città come prevede il tracciato (secondo l’ipotesi Rumiz/Carnovalini).

Un itinerario costruito dalle antiche mappe ottocentesche

La cartografia antica rafforza la proposta dei Cicloamici di includere l’area del Cillarese negli itinerari escursionistici dedicati all’Appia Antica. Un particolare dell’Atlante “Rizzi Zannoni” (Rizzi Zannoni Atlante Geografico del Regno di Napoli, prima edizione 1808, edizione qui riportata può essere datata 1860) raffigura l’antico tessuto viario tra Brindisi e Mesagne. All’altezza di masseria Masina (che viene indicata al lato opposto del tracciato Rumiz Carnovalini) la strada prosegue impennando a Nord Est passando poco sotto Masseria Cillarese. Masseria Cillarese è altresì indicata di passaggio per l’altra direttrice che dal 1600 fino al 1800 diventa importante come via istmica di collegamento tra Tarando e Brindisi, ovvero la vecchia Francavilla Brindisi. Masseria Cilllarese subito prima della congiuzione tra l’itinerario da Francavilla con quello da Mesagne. Sempre nella stessa carta Rizzi Zannoni lungo l’itinerario da Mesagne si trovano indicate: Masseria Nuova, Masseria San Giorgio, Masseria Masina. All’altezza di masseria Masina l’itinerario volge a Nord Est puntando verso Masseria Cillarese.

L’antica carta tratta dall’atlante geografico Rizzi Zannoni mostra i 2 itinerari dall’antichità fino al 1800 consentivano di raggiungere Brindisi da Mesagne e Brindisi direttamente da Latiano e Francavilla. Masseria Cillarese è indicata sulla Francavilla-Brindisi poco sotto la Brindisi Mesagne del 1800. Fare click una volta per ingrandire a pagina intera 2 click per vederla in dettaglio.

Un altro dettaglio della Rizzi Zannoni ultima edizione che mostra come il tratto finale della Appia Traiana attraversasse il Canale Cillarese su un ponte collocato proprio in corrispondenza del grande ponte sull’invaso del Cillarese fotografato dal basso. La strada continua verso Nord Ovest attraversando masseria Li Caputi e la monumentale Masseria Baccatani.

L’itinerario delle masserie lungo l’ Appia Antica

Nell’itinerario le 4 masserie indicate nell’Atlante Rizzi Zannoni nella viabilità tra Mesagne e Brindisi e di sotto fotografate: Masseria Nuova, Masseria San Giorgio, Masseria Masina, Masseria Cillarese.

Masseria Nuova

Masseria Nuova prima delle tappe lungo l’itinerario Rizzi Zannoni. La masseria è caratterizzata da una planimetria a corte chiusa con un antico pozzo ornato con una vera barocca il pozzo potrebbe essere del 1500 o 1600. La facciata è stata rimaneggiata in stile neoclassico.Questo tratto coincide con l’APPIA di Rumiz/Carnovalini.

Masseria San Giorgio

Masseria San Giorgio con una stupenda torre cinquecentesca. La masseria è ancora attiva e i proprietari conducono sia una attività zootecnica con allevamento di pecore che agricola. Studi archeologici hanno portato alla luce dei pressi di masseria San Giorgio e Masseria Masina i resti di ville rustiche romane databili tra il II e V secolo.


Masseria Masina

Tra Masseria San Giorgio e Masseria Masina si riporta un sito archeologico pluristratificato che poteva fungere tra l’età imperiale e l’età tardoantica da stazione di posta. Gli studi indicano un insediamento rurale occupato con modalità differenti e senza soluzione di continuità dalla tarda età repubblicana al VI secolo d.C.
Il primo impianto risale al II secolo a.C., quando l’area è occupata da un piccolo nucleo di case; in età imperiale sulle strutture della fase precedente si impostano le strutture di una statio, lungo il percorso della via Appia. L’insediamento continua a vivere anche nel IV-VI secolo d.C.

Masseria Masina anche essa dotata di una stupenda torre cinquecentesca con caditoie. Il corpo di fabbrica è poi ingrandito con cortili e imponenti arcate. Dopo Masseria Masina l’itinerario dei Cicloamici si differenzia da quello proposto da Rumiz Carnovalini per puntare verso l’area del Cillarese e congiungersi con l’antica Brindisi Francavilla.

Il bellissimo viale di gelsi secolari di ingresso a Masseria Masina

Prospetto lato Nord di Masseria Masina

Particolare del portale di ingresso al cortile di Masseria Masina

Cortile interno di Masseria Masina con gli enormi archi funzionali al carico e scarico di carri.

Cicloamici apripista

L’itinerario Appia Antica proposto include l’area del Cillarese. Al momento il percorso presenta problematiche di accesso per la presenza di blocchi di calcestruzzo interposti per prevenire l’abbandono illegale di rifiuti. Basterà aprire un piccolo varco per trasformare un area degradata in un sentiero utile per percorrere in bellezza e sicurezza l’ultimo tratto del cammino della Via Appia.

Imbocco possibile dell’itinerario da Brindisi nei pressi di Via Giovanni Rizzo. Occorre scavalcare un cancello in ferro installato da ASI per impedire l’abbandono dei rifiuti ( https://goo.gl/maps/vAmMDwXoqitmdFtP8 )

L’itinerario comprende e valorizza i sentieri già realizzati all’interno del Parco del Cillarese

Una strada sterrata parallela ai binari della ferrovia rappresenta l’itinerario più corto per raggiungere il Parco e imboccare il sottopasso della ferrovia per dirigersi verso Mesagne.

La sterrata termina in corrispondenza del sottopasso ferroviario. La strada è chiusa da blocchi prefabbricati in calcestruzzo https://goo.gl/maps/shx7UDk25rcQskAs8

Al momento per varcare lo sbarramento occorre prendere in braccio le bici. Un varco a misura di pedone e ciclista potrebbe essere facilmente ricavato.

Itinerario proposto

Itinerario proposto per includere l’area del Cillarese le comunali 15 e 16 negli itinerari della APPIA

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Fonti bibliografiche

– La viabilità romana nel Salento / Giovanni Uggeri – Fasano : Grafischena, 1983
-Le masserie dell’agro di Brindisi. Dal latifondo alla riforma, Carito Giacomo – De Castro Angelo Editore: Amici della A. De LeoCollana, 1993, Curatore: Di Tonno N. M.ISBN-10: 888526008XISBN-13: 9788885260085
– APPIA di Paolo Rumiz, Editore: Feltrinelli, 2016, Collana: I Narratori
– La Regina Viarum e la via Traiana, Laura Castrianni e Giuseppe Ceraudo, L. e C. Service di Primangeli, Impaginazione e stampa
Delta 3 Edizioni, Prima Edizione 2013, ISBN 978-88-6436-358-5
– Per pagos et vias. Un sito di età tardoantica lungo l’Appia nell’ager Brundisinus – 1994 – Volpe G.;
– Archeologia dei paesaggi a Brindisi. Dalla romanizzazione al Medioevo – 2008 – Aprosio M.; – pag.: pp. 138-140, 235-237
– Brindisi – Località Masseria San Giorgio – 1994 – Volpe G.;Manacorda D.; – pag.: pp. 107-109

Sitografia
– http://www.cartapulia.it/
https://www.cicloamici.it/cillarese.htm

Il percorso naturalistico tra l’invaso ed il Parco del Cillarese

Per gentile concessione del Consorzio ASI Brindisi i Cicloamici hanno avuto accesso agli incantevoli scenari dell’invaso del Cillarese percorrendo dall’ingresso di Masseria Cillarese la strada sull’argine dell’invaso. Dopo aver percorso la strada lungo l’argine si è acceduto all’area della diga percorrendola sulla strada che la sormonta. Si accede a quel punto in un area boscosa con bellissimi saliscendi.

Uno dei due sottopassi da attraversare per raggiungere l’area del Cillarese provenendo da Mesagne dopo aver lasciato strada Comunale 16.

Secondo sottopasso

Ponte sul Canale Cillarese per arrivare all’ingresso dell’invaso. In lontananza il ponte ferroviario sul Canale Cillarese

Masseria Cillarese si trova svoltando a sinistra dopo aver attraversato il sottopasso a 800 metri.

Strada di collegamento tra Masseria Cillarese ed il cancello di ingresso all’area custodita dell’invaso del Cillarese.

In bici o a piedi lungo la strada sulla diga.

L’area dell’invaso ripresa dalla diga

Parte del sistema di sbarramento e sezionamento dell’Invaso

Dopo aver percorso la diga si accede ad un ampia area boschiva dolcemente ondulata

Una sinuosa strada sterrata circonda l’area boschiva.

All’uscita dell’area di pertinenza ASIci si immette direttamente sulla ciclabile del Parco Cillarese. Sullo sfondo il ponte della E55 (superstrada Bari Brindisi Lecce). Il ponte e la strada seguono la direttrice dell’antica strada segnalata sull’Atlante Rizzi Zannoni.

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Gli altri articoli dedicati alla Via Appia

La Via Appia Traiana

La Via Appia Traiana era l’itinerario alternativo all’Appia Antica voluto dall’imperatore Traiano che si origina a Benevento giungendo comunque a Brindisi dalla litorale adriatica. L’Appia Traiana costruita tra il 108 e il 110D.C. nel Medio Evo divento preminente rispetto alla Appia Antica.

I Cicloamici al Parco Regionale dell’Appia Antica, Roma

Il Parco regionale dell’Appia Antica a Roma ci è stato di ispirazione per costruire questa proposta. Il Parco contiene autentiche meraviglie: le catacombe di San Callisto, Capo di Bove, il mausoleo di Cecilia Metella e naturalmente il basolato che a tratti conserva ancora le enormi lastre originali.

L’invaso del Cillarese

Fonti https://www.cicloamici.it/cillarese.htm wikipedia

Inquadramento
L’invaso del Cillarese è un bacino idrico ottenuto sbarrando con una diga di terra l’invaso naturale originato dal Canale Cillarese. E’ stato realizzato negli anni 50 dalla cassa per il mezzogiorno per scopi puramente tecnici, ovvero per fornire acqua alle industrie a sud della città. Viene gestito dal consorzio SISRI che lo ritiene una semplice “area a servizio di un impianto industriale”. Nel giro di pochi anni dall’esecuzione del manufatto, l’invaso è diventato un habitat naturale per varie specie di uccelli stanziali marini e/o acquatici ed una meta preferenziale per tanti uccelli migratori.
L’intera zona ha una estensione di circa 170 Ha, di cui oltre 100 sono oltre la diga di terra, che funge quasi da separatore tra due aree aventi caratteristiche diverse: la zona a monte si presenta nel suo stato più naturale, a valle, vive nella sua fisica depressione di un isolamento in cui i rumori e i suoni arrivano come riferimento lontano, portato da quel vento che si infila – natura vivente – sotto i viadotti e nei campi coltivati e tra le baracche più o meno rade e isolate. Un vero POLMONE VERDE creato involontariamente dall’uomo.

L’area paludosa negli anni 80 è stata bonificata, grazie alla costruzione di un invaso artificiale, realizzato con fondi della Cassa per il Mezzogiorno, e trasformata in un bacino idrico per fornire acqua alle industrie locali. Viene gestito dal Consorzio ASI Brindisi. Nel giro di pochi anni dalla realizzazione della diga, l’invaso è diventato un habitat naturale per varie specie di uccelli acquatici stanziali e meta per tanti uccelli migratori.

Il toponimo Cillarese e la storia

Nel 1565 la masseria denomninata Palatella, Salvagliola o Carvignola è posseduta a titolo di enfiteusi perpetua dal Capitolo di Brindisi dagli eredi di Simone Rota.
ll toponimo “Cillarese” si origina dai proprietari spagnoli che acquistarono la masseria nel 1710. Il giureconsulto e Vescovo, Francesco De Los Reyes, nato il 29 maggio 1694 e morto il 13 febbraio del 1769, inteso con il vezzeggiativo “Cillo”, Cillo Reyes da cui Cillarese.

Territorio
L’intera zona ha una estensione di circa 170 ettari di cui circa 100 occupati dall’invaso, circondato da colture. Vi è anche il bosco del Cillarese, un agglomerato di conifere. Le acque reflue del Cillarese sono scaricate per mezzo di un canale, che prende lo stesso nome, nel Seno di Ponente. Ha una profondità di circa tre metri ed è alimentato dalle acque bianche provenienti dai comuni della provincia ad ovest del capoluogo, oltre che dalle costanti precipitazioni che avvengono nell’area.

Vincoli di tutela
Attualmente l’area è sottoposta a vincolo naturalistico in quanto “oasi di protezione della fauna” (DPGR n.376 del 6 agosto 1992). Il sito è stato inoltre dichiarato sito di interesse regionale (SIR; codice IT9140012), nell’ambito del progetto realizzato dal Ministero dell’ambiente per censire i biotopi che rientrano nelle rete ecologica europea “Natura 2000”, in applicazione della cosiddetta “Direttiva Habitat” (direttiva 92/43/CEE). L’area rientra tra le zone umide indicate dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica in cui svolgere ogni anno il censimento degli uccelli acquatici svernanti (codice zona:BR0501).

Fauna
L’area è divenuta nel tempo un’importante zona di svernamento e nidificazione lungo le rotte migratorie di numerose specie di uccelli acquatici tra cui la rara moretta tabaccata (Aythya nyroca) ed altri Anatidi quali il moriglione (Aythya ferina), il mestolone (Anas clypeata), la folaga (Fulica atra). Altre specie segnalate sono la garzetta (Egretta garzetta), l’airone cenerino (Ardea cinerea), il tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e lo svasso (Podiceps cristatus). Occasionalmente sono stati osservati anche l’airone bianco maggiore (Casmerodius albus) e l’airone guardabuoi (Bubulcus ibis). In primavera è inoltre spesso segnalata la presenza della gru (Grus grus) e della cicogna bianca (Ciconia ciconia). Tra i rapaci vanno infine segnalati il falco pescatore (Pandion haliaetus) e l’albanella minore (Circus pygargus). Molti anfibi (rane, rospi, salamandre ecc) e rettili tra i quali figurano la tartaruga palustre, il biacco, la biscia dal collare e il colubro. Tra i mammiferi più comuni vi possono essere le volpi, le lepri, le faine, i ricci e i cinghiali.

2 pensieri su “Un parco dell’Appia Antica in Provincia di Brindisi”

  1. Antonio articolo davvero interessante x capire le potenzialità dell”invaso del Cillarese e delle varie masserie sparse lungo le direttrici della Appia Antica e della Appia Traiana che poi rappresentano la realtà storica del territorio … A Roma hanno i monumenti storici nel parco dell’appia Antica Qui invece all’arrivo alle colonne romane di Brindisi bisogna focalizzarsi sulle masserie storiche soprattutto se come quella del Cillarese si trovano sulle direttrici delle antiche Vie romane

    1. C’è un oasi verde costituita dall’invaso del Cillarese, la diga, i boschi. Magari scavando esce qualche reperto romano 😉

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